Le parole del Papa all’Angelus per l'Avvento: la riflessione del priore della Comunità
di Bose
Il periodo dell’Avvento ci invita a “riflettere sulla dimensione del tempo”: è quanto
sottolineato ieri da Benedetto XVI all’Angelus. Il Papa ha rilevato che il ritmo frenetico
della vita quotidiana ci porta a dire: “Ci manca il tempo”. Dio invece ci dona “il
suo tempo”. Dio, ha detto il Papa, “ha tempo per noi”. Sull’importanza del tempo nella
vita di un cristiano e sulla dimensione dell’attesa nel periodo che precede il Natale,
Fabio Colagrande ha raccolto la riflessione del priore della Comunità monastica
di Bose Enzo Bianchi:
R.
– Nella comunità cristiana è un po’ venuta meno quella grande Speranza del ritorno
definitivo nella gloria del Signore. Noi andiamo verso il Natale per ricordare la
venuta di Gesù, come uomo, a Betlemme, la sua nascita, ma questo in attesa della sua
venuta definitiva e gloriosa. Non avrebbe senso semplicemente ricordare la nascita
di Gesù se il Cristo non venisse nella gloria, non fosse atteso da noi, per portare
a compimento quell’opera di Salvezza che lui ha iniziato. Noi vediamo che solo in
Cristo la morte è stata vinta. Ma per noi uomini, per tutta l’umanità, c’è dolore
e sofferenza, noi attendiamo allora il giorno in cui Cristo venendo ristabilirà tutte
le cose nella loro integrità e aprirà il Regno dei Cieli. L’Avvento è soprattutto
questo.
D. – Lei ricorda in un suo scritto come Ignazio
Silone, a chi gli chiedeva come mai non si convertisse al cristianesimo, rispondeva:
“Perché vedo che i cristiani attendono Cristo con lo stesso entusiasmo con cui si
può aspettare l’autobus”. Questa battuta fa riflettere...
R.
– Bisognerebbe che la comunità cristiana e ciascuno di noi si chiedesse: “Ma attendo
davvero il Signore che viene? Lo sto aspettando davvero? Attendo questa redenzione
cosmica, universale, che solo Cristo nella gloria può portare”, perché questo dice
la nostra fede cristiana e la differenzia da tutte le altre fedi, da tutte le altre
religioni. Noi non siamo soltanto degli adoratori di Dio, noi aspettiamo il Signore
Gesù, questo uomo mandato da Dio, che è suo Figlio, e che nella pienezza della gloria
deve venire a portare a compimento l’opera di Salvezza, iniziata in mezzo a noi con
la sua vita.
D. – Il Papa ci ha ricordato che noi
abbiamo sempre poco tempo, ma Dio ha tempo per noi. Questa è la consapevolezza che
abbiamo all’inizio dell’Avvento...
R. – Il cristiano,
dice Paolo, “è uno che sa ordinare il tempo”. E’ molto importante. Ecco perché noi
non dobbiamo lasciarci prendere da questo spirito mondano, in cui il Natale diventa
scambio di regali, diventa un essere sfrenati semplicemente per il divertimento. Anche
per questo l’Avvento, e Paolo ce lo ricorda, è un tempo di gioiosa attesa. Ma la gioia
vera è quella condivisa, quella che tiene sempre davanti a noi i bisogni degli altri,
senza arroganze, senza consumismi, senza un orgoglio che diventa uno sprezzare i poveri
e quelli che sono nel bisogno.