Bosnia-Erzegovina: la famiglia tra problemi e segni di ripresa
"La famiglia cattolica in Bosnia-Erzegovina, a prescindere dalla crisi che ha scosso
il Paese, è ancora un fattore importante per l'educazione religiosa dei giovani".
A questa conclusione sono arrivati i partecipanti al convegno "La spiritualità delle
famiglie cattoliche in Bosnia-Erzegovina - stato e prospettive", organizzato a Sarajevo,
dalla Facoltà di teologia cattolica. Al convegno sono intervenuti mons. Mark Josipović,
decano della facoltà, e fr. Zdenko Spajić. Durante il convegno - riferisce l'agenzia
Sir - si è ricordato come era la famiglia durante la Jugoslavia comunista e il suo
ruolo nel processo di educazione religiosa dei giovani, e si è analizzato lo stato
attuale delle famiglie cattoliche in Bosnia-Erzegovina. Inoltre, sono state presentate
le linee guida della pastorale della famiglia nel magistero della Chiesa. I due relatori
hanno insistito sulla necessità, per la Chiesa cattolica in Bosnia-Erzegovina, di
avviare una pastorale organica, che possa promuovere e coordinare le iniziative a
livello diocesano e parrocchiale. Inoltre, è stato sottolineato il fatto che in Bosnia-Erzegovina
i cattolici sono in calo, e i motivi sono tre: la diminuzione delle nascite, la mancanza
di ritorno in Patria da parte dei profughi e degli sfollati, e l'aumento dell'immigrazione.
"Bisogna lavorare in sinergia, la Chiesa e le autorità politiche, per fermare questo
processo, altrimenti sarà un disastro", hanno affermato i relatori. Durante il convegno
sono stati presentati anche i risultati di un sondaggio su famiglia, educazione religiosa
e vocazione, realizzato dalla Facoltà di teologia cattolica di Splitu, nel quale sono
stati intervistati 160 giovani. Il 90% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto
educazione religiosa in famiglia e 86% ha detto di avere a casa una Bibbia. Inoltre
78% dei giovani sono convinti che Dio li ama, e il 12,90% di loro hanno dichiarato
di aver sentito a volte la vocazione alla vita consacrata. (R.P.)