2008-12-01 15:15:49

Aperto il Congresso delle scuole cattoliche d'Europa


Gli istituti d’istruzione cattolici offrono un contributo fondamentale allo spazio pubblico. Al congresso a Roma delle scuole cattoliche europee, Monsignor Vincent Nichols, presidente della commissione della Ccee per la scuola, ribadisce come nella nostra società secolarizzata ci sia sempre più bisogno di diffondere il messaggio cristiano. Un punto enfatizzato anche dal monsignor Diego Coletti, a capo della commissione Cei per l’Educazione, e che ha messo in luce la mancanza di fondi. Alessandro Guarasci RealAudioMP3




Ha aperto la riflessione del Congresso il vescovo ausiliare di Sarajevo Pero Sudar che è anche promotore del progetto "Scuole cattoliche per l’Europa". Helene Destombes lo ha intervistato:RealAudioMP3
 
R. - Questo progetto, “Scuole cattoliche per l’Europa”, è nato dalla necessità della Chiesa cattolica di sopravvivere in Bosnia-Erzegovina. Purtroppo, sappiamo che, a causa della guerra, è praticata la pulizia etnica: la Chiesa cattolica è più che dimezzata in Bosnia-Erzegovina: di circa 950 mila cattolici prima della guerra, ne sono rimasti 460 mila. Allora, il progetto nasce per incoraggiare i genitori cattolici a rimanere specialmente nelle zone in cui la politica ha deciso che i cattolici non ci devono essere più. Il secondo obiettivo che volevamo nello stesso tempo cogliere è servire la causa umana in Bosnia-Erzegovina in quelle zone veramente molto provate dalla intolleranza. La causa umana, in Bosnia-Erzegovina, oggi, presuppone la tolleranza ma più che la tolleranza, un clima nuovo, una mentalità nuova affinché le differenze etniche, culturali e religiose non vengano viste come una minaccia ma come una sfida positiva. In questo senso, abbiamo fatto un passo, forse delle volte troppo, secondo alcuni, audace, cioè quello di dare anche la possibilità ai sacerdoti ortodossi di venire nelle nostre scuole ed insegnare ai bambini ortodossi che decidono di frequentare l'ora di religione ortodossa, e lo stesso vale per i bambini musulmani. Sono sicuro che questa, oggi, è una sfida per le scuole cattoliche: dare veramente un esempio, senza tradire la propria identità religiosa, prendendo come collaboratori i non cattolici, nel servizio della causa umana; questo, secondo me, oggi, è il modo migliore in cui possiamo evangelizzare, con una testimonianza vissuta, una testimonianza dell’accoglienza, dell’apertura, piuttosto che del solo annuncio.







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