Ginevra: si è chiusa positivamente la conferenza contro le mine antipersona
Si è conclusa positivamente la IX Conferenza degli stati aderenti alla Convenzione
di Ottawa contro le mine antipersona, apertasi a inizio settimana a Ginevra, in Svizzera.
Londra si era presentata all’incontro chiedendo una proroga di 10 anni per portare
a termine lo sminamento delle isole Falkland (o Malvine, come le chiamano gli argentini).
Una richiesta che aveva suscitato polemiche e critiche perché non sufficientemente
motivata e perché non accompagnata da garanzie e piani certi. “La pressione degli
altri Stati e della società civile - ha detto alla Misna Sylvie Brigot, direttore
esecutivo della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine (ICBL) –
alla fine ha avuto la meglio trovando un compromesso che non entra in violazione con
il Trattato e che dà tempo alla Gran Bretagna di rimediare alle sue mancanze secondo
un piano e scadenze ben precise”. In base all’accordo raggiunto, Londra dovrà entro
due anni preparare un programma e cominciare i lavori di sminamento: “I delegati britannici
– ha aggiunto la Brigot – si erano presentati a Ginevra pensando di poter ottenere
carta bianca, alla fine hanno vinto giustizia e buon senso, ed è stato chiaro a tutti
che la mancata bonifica delle Falkland è stata ‘figlia’ di una chiara volontà politica”.
Accordi e forme di mediazione sono stati raggiunti per altri 14 paesi che avevano
presentato richieste di proroga dei rispettivi programmi di bonifica dei campi minati.
Progressi sono stati registrati anche per i tre paesi che hanno tuttora mine a loro
disposizione negli arsenali militari: la Turchia ha infatti annunciato di aver distrutto
100.000 primi pezzi, la Grecia 20.000, mentre la Bielorussia sta avendo degli incontri
con l’Unione Europea per ottenere i mezzi finanziari necessari per condurre le operazioni.
“La positiva conclusione della Conferenza di Ginevra – ha detto ancora Brigot – rappresenta
un passo importante anche in vista dell’apertura alla firma tra qualche giorno del
Trattato di Oslo per la messa al bando delle bombe a grappolo. Si tratta di due accordi
promossi dalla società civile, frutto di una ‘diplomazia dal basso’ che sta ottenendo
successi coinvolgendo anche le istituzioni internazionali”. (V.V.)