Thailandia: continuano le proteste. Bloccato l'aeroporto
Nuova giornata di tensioni in Thailandia. Nel corso delle violente manifestazioni
antigovernative dell’opposizione, ieri è stato occupato anche l’aeroporto internazionale
di Bangkok, che rimane tuttora bloccato. Il confronto tra manifestanti ed opposizione
rischia ora di aggravarsi per le prese di posizione del Capo di Stato Maggiore. Il
servizio di Giancarlo La Vella.
Si complica
la crisi politica thailandese. Il personaggio nuovo entrato prepotentemente in gioco
è il capo dell'esercito, Anupong Paojinda. Il generale ha chiesto ai manifestanti
dell'opposizione di ritirarsi da tutti i luoghi pubblici che hanno occupato, compresi
gli aeroporti di Bangkok, ed ha invitato il governo a dimettersi e a convocare nuove
elezioni. Paojinda ha anche avvertito che le sue dichiarazioni non preannunciano un
nuovo colpo di Stato militare, dopo quello di due anni fa che destituì Thaksin Shinawatra;
un golpe – ha detto in conferenza stampa – non risolverebbe l'attuale crisi politica.
I 10 mila militanti dell’Alleanza Popolare per la Democrazia tra ieri e oggi hanno
occupato l’aeroporto internazionale, dove il governo ha allestito la sua sede temporanea,
causa l’inagibilità della sede ufficiale occupata da agosto. Tra le loro richieste,
le dimissioni del governo di Wongsawat, cognato dell'ex primo ministro Shinawatra,
incriminato per corruzione e attualmente rifugiato all'estero. Frattanto sono stati
evacuati gli oltre 3 mila passeggeri da più di 24 ore bloccati nello scalo aeroportuale
per la cancellazione di tutti i voli.