Mons. Paglia: cambia il tema della giornata di riflessione ebraico–cristiana
Cambia il tema della giornata annuale di riflessione ebraico – cristiana che si celebra
il 17 gennaio alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
La decisione è stata annunciata questa mattina da mons. Vincenzo Paglia, presidente
della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo. Parlando ai delegati diocesani
riuniti in convegno a Roma, mons. Paglia – ripreso dal Sir - ha spiegato che “la Giornata
continuerà e andrà fatta con grande tenacia e con profonda spiritualità, ma per senso
di fraternità con gli ebrei sarà sospesa la riflessione che dal 2006 stiamo facendo
insieme sui 10 comandamenti”. Quest’anno gli ebrei hanno deciso di non partecipare
alla Giornata di riflessione del dialogo ebraico-cristiano per manifestare la loro
contrarietà per la nuova formulazione (nel Messale del 1962) della preghiera per gli
ebrei del Venerdì Santo. Per di più, seguendo la numerazione ebraica, quest’anno era
in programma una riflessione sullo “Shabbat”, la quarta parola: “Ricordati del giorno
di sabato per santificarlo”. “Si è pertanto deciso – ha aggiunto mons. Paglia – di
riflettere sul rapporto tra ebrei e cristiani, sottolineando l’importanza delle Scritture,
alla luce del recente Sinodo dei vescovi e della partecipazione per la prima volta
di un rabbino tra i vescovi di tutti il mondo”. Presto l’ufficio Cei per l’ecumenismo
e il dialogo farà arrivare ai delegati diocesani il nuovo sussidio per la celebrazione
della Giornata. “Naturalmente – ha proseguito il vescovo – se ci sono degli ebrei
che nelle diocesi vogliono partecipare alle iniziative della Giornata, noi non glielo
impediremo. Ma ciò dipende dai rapporti che ognuno di noi ha con i rabbini e con i
fratelli ebrei”. “La linea - ha aggiunto infine il presule - è quella di non enfatizzare
l’incidente, anche perché una sua eccessiva sottolineatura contraddirebbe quello che
vogliamo fare e cioè appianare la situazione. La nostra saggezza ci aiuterà a ricucire
gli strappi”. (M.G.)