India: le suore di Madre Teresa in prima linea per i bambini dell’Orissa
I cristiani dell’Orissa ancora nei campi profughi in pieno allarme sanitario. A tre
mesi dall’inizio delle violenze anticristiane è questa la situazione nel turbolento
Stato indiano. Violenze che sono tutt’ora rimaste impunite, le forze dell’ordine non
hanno infatti operato alcun arresto. Il clima di paura e insicurezza è inoltre alimentato
dalle minacce dei fondamentalisti che non si sono mai fermate. In questa realtà non
manca però l’impegno di diversi gruppi attivi nel portare soccorso ai cristiani. Fra
questi si distinguono le Missionarie della Carità, l’ordine religioso fondato dalla
Beata Teresa di Calcutta. “Dobbiamo essere degli strumenti di pace – sottolinea Suor
Suma, Superiora regionale delle Missionarie della Carità ad Asianews– in una terra
in cui regnano ancora odio e tensione”. La suora distribuisce agli sfollati cibo e
beni di prima necessità raccolti da Suor Nirmala, superiora generale delle MC, con
una attenzione particolare per i bambini. “Tutti i conventi sparsi per l’India hanno
voluto donare qualcosa per i bambini dei campi profughi a Kandhamal”. La suora denuncia
poi l’allarme sanitario nei campi profughi: “Il morbillo e la varicella si stanno
diffondendo in maniera rapida. L’amministrazione dei campi ha predisposto delle zone
di quarantena dove riunire gli ammalati, ma questo non è servito a contenere la diffusione
delle epidemie”. L’inverno ormai alle porte potrebbe aggravare una situazione già
precaria e la paura di nuove violenze spinge i cristiani a rimanere nei centri di
accoglienza. “Le persone – denuncia Suor Suma – sono terrorizzate e non hanno alcun
motivo di rientrare nelle loro abitazioni, perché non è rimasto più nulla”. Intanto,
i fondamentalisti indù del Vishwa Hindu Parishad (Vhp) continuano la loro campagna
di odio contro i cristiani e confermano l’intenzione di bandire il Natale. Il governo
dello stato – avvertono i fondamentalisti – ha tempo fino al 15 dicembre per scovare
gli assassini di Swami Laxmanananda Saraswati. Scaduto il termine, riprenderanno le
violenze e ai cristiani non sarà permesso celebrare la festività. (M.G.)