2008-11-26 16:41:13

India: le suore di Madre Teresa in prima linea per i bambini dell’Orissa


I cristiani dell’Orissa ancora nei campi profughi in pieno allarme sanitario. A tre mesi dall’inizio delle violenze anticristiane è questa la situazione nel turbolento Stato indiano. Violenze che sono tutt’ora rimaste impunite, le forze dell’ordine non hanno infatti operato alcun arresto. Il clima di paura e insicurezza è inoltre alimentato dalle minacce dei fondamentalisti che non si sono mai fermate. In questa realtà non manca però l’impegno di diversi gruppi attivi nel portare soccorso ai cristiani. Fra questi si distinguono le Missionarie della Carità, l’ordine religioso fondato dalla Beata Teresa di Calcutta. “Dobbiamo essere degli strumenti di pace – sottolinea Suor Suma, Superiora regionale delle Missionarie della Carità ad Asianews– in una terra in cui regnano ancora odio e tensione”. La suora distribuisce agli sfollati cibo e beni di prima necessità raccolti da Suor Nirmala, superiora generale delle MC, con una attenzione particolare per i bambini. “Tutti i conventi sparsi per l’India hanno voluto donare qualcosa per i bambini dei campi profughi a Kandhamal”. La suora denuncia poi l’allarme sanitario nei campi profughi: “Il morbillo e la varicella si stanno diffondendo in maniera rapida. L’amministrazione dei campi ha predisposto delle zone di quarantena dove riunire gli ammalati, ma questo non è servito a contenere la diffusione delle epidemie”. L’inverno ormai alle porte potrebbe aggravare una situazione già precaria e la paura di nuove violenze spinge i cristiani a rimanere nei centri di accoglienza. “Le persone – denuncia Suor Suma – sono terrorizzate e non hanno alcun motivo di rientrare nelle loro abitazioni, perché non è rimasto più nulla”. Intanto, i fondamentalisti indù del Vishwa Hindu Parishad (Vhp) continuano la loro campagna di odio contro i cristiani e confermano l’intenzione di bandire il Natale. Il governo dello stato – avvertono i fondamentalisti – ha tempo fino al 15 dicembre per scovare gli assassini di Swami Laxmanananda Saraswati. Scaduto il termine, riprenderanno le violenze e ai cristiani non sarà permesso celebrare la festività. (M.G.)







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