I vescovi del Cile in visita "ad Limina". Mons. Karmelic: "Vogliamo rendere il laicato
protagonista nella nostra Chiesa"
Come ogni Chiesa particolare dell'America Latina, anche quella del Cile vive l'"onda
lunga" di Aparecida. Da ieri, i suoi vescovi ne stanno riferendo al Papa e alla Curia
Romana, nell'ambito della loro visita ad Limina in Vaticano. La missione di
rievangelizzazione - partita dopo l'incontro dello scorso anno degli episcopati latinoamericani
con Benedetto XVI - si è tradotta per la Chiesa cilena in rinnovate attenzioni pastorali
soprattutto verso le famiglie, i giovani e il laicato in genere. Un impegno ribadito
da mons. Alejandro Goic Karmelic, presidente della Conferenza episcopale cilena,
intervistato da Alina Tufani, della redazione ispanoamericana della nostra
emittente:
R. - Nosotros
como Conferencia episcopal...Come Conferenza episcopale abbiamo da poco pubblicato
gli orientamenti pastorali in linea con il Documento di Aparecida che tutte le diocesi
stanno cominciando a mettere in pratica. Ovviamente, in questo progetto la sfida è
quella di una nuova evangelizzazione nel contesto attuale del nostro Paese con un’attenzione
particolare alla famiglia e ai giovani che, come si è detto ad Aparecida, sono i più
vulnerabili nella società in cui viviamo. Nella missione e nei piani pastorali delle
diocesi c’è, poi ,un’attenzione molto forte verso il laicato, per un suo maggiore
impegno nella società. Vogliamo rafforzare questo impegno e la presenza dei laici
nell’educazione, nel mondo sindacale e politico e nel tessuto sociale, perché i cristiani
realizzino in modo più profondo e con generosità i valori del Vangelo. Le sfide sono
molteplici e la visita al Santo Padre e alla tomba degli Apostoli riafferma la nostra
fedeltà alla Chiesa che ha le sue origini in Gesù Cristo e negli Apostoli Pietro e
Paolo".
D. - Sappiamo che la battaglia contro l’aborto
e le minacce alla vita e alla famiglia è molto accesa. Quale è la situazione attuale
in Cile?
R. - En el tema del aborto propiamente, en
el actual gobierno, no hay…
Sul tema dell’aborto, non c’è alcuna possibilità
che il governo presenti una legge perché non era nel programma dell’attuale presidente
della Repubblica. Ci sono, è vero, dei gruppi che vorrebbero la legalizzazione dell’aborto
terapeutico, ma per fortuna la maggioranza in questo Paese è contraria e noi confidiamo
che continui così. Da parte sua, la Chiesa con la Missione continentale continuerà
a difendere il valore della vita dal concepimento alla sua morte naturale. Esistono
effettivamente dei progetti di legge parlamentari che contraddicono i valori fondamentali
del Vangelo e che, come gerarchia ecclesiale, seguiamo con attenzione, segnalando
al Paese la nostra opinione. Ai credenti che sono in politica chiediamo invece di
agire coerentemente con la loro fede in parlamento e in tutti gli ambiti della vita
sociale. Ci sono molte persone di buona volontà che senza il dono della fede accettano
la nostra proposta di difesa della vita.
D. - Il Cile
è uno dei Paesi dell’America Latina che ha fatto più progressi in campo economico
e sociale. Eppure, i vescovi cileni parlano di disuguaglianze e esclusione. Quali
sono?
R. - Hemos señalado en muchas ocasiones…
Abbiamo
segnalato, in molte occasioni, le enormi disuguaglianze sociali, soprattutto tra i
settori più vulnerabili e più poveri della società cilena. Indubbiamente, il Cile
ha recuperato la sua democrazia, la convivenza sociale: è cresciuto economicamente,
è uno dei Paesi della regione che ha i più alti tassi di crescita, ma non è riuscito
a diventare una società più equa. Credo che alle prossime elezioni presidenziali uno
dei temi principali debba essere come cercare una maggiore distribuzione degli ricchezze
tra i più diseredati. Obiettivamente, occorre dire anche che l’attuale crisi mondiale
- che, in un certo senso, è il frutto dell’egoismo umano - viene affrontata con una
politica economica seria dall’attuale governo e confidiamo che questa politica possa
continuare. Ma il grande passo di cui c’è bisogno è quello verso una società più
equa. Con la [recente] Settimana Sociale celebrata in tutte le diocesi cilene, la
Chiesa ha cercato di sensibilizzare i fedeli su tutti questi temi.
D.
- Tra i gruppi più penalizzati ci sono gli indigeni. Come promuove la Chiesa la pastorale
degli indigeni?
R. - La iglesia en …
La
Chiesa è molto presente nelle aree abitate dagli indigeni e anche a livello nazionale
sta facendo un grande sforzo per una maggiore integrazione degli abitanti originari
del Cile nella vita nazionale. Credo che la Chiesa sia una delle istituzioni che ha
fatto di più per l'integrazione, non intesa però come assimilazione, dei popoli indigeni.
D. - Si è da poco conclusa a Roma la XII Assemblea
Speciale del Sinodo dei Vescovi nella quale è stata riaffermata la centralità della
Parola di Dio nella vita della Chiesa. Si tratta, come si è detto ad Aparecida, di
rievangelizzare i battezzati. Questa è una priorità anche in Cile?
R.
- Sin duda la mision continental en coherencia con el projecto…
Senza
dubbio nella Missione continentale la Parola di Dio è presente e occupa una posizione
di primo piano. Recentemente, abbiamo pubblicato un documento dedicato all’animazione
biblica nella pastorale. Occorre tenere presente che la Paola di Dio è presente in
tutta la nostra missione evangelizzatrice del popolo cileno e speriamo che la futura
Esortazione post-sinodale di Benedetto XVI ci illumini e ci aiuti a cogliere il frutto
di questo Sinodo.
D. - In conclusione, cosa vi aspettate
dalla vostra visita ad Limina e dall’incontro con Benedetto XVI?
R.
- Las expectativas siempre son muy grande, porque…
Le aspettative sono
molto grandi, perché è un dono di Dio potere andare alla tomba degli Apostoli e rinnovare
la fedeltà alle nostre origini, a Pietro e a Papa Benedetto. Abbiamo un’agenda molto
ampia: tra l’altro, terremo a Roma la nostra 97.ma assemblea plenaria. Ma, a mio
avviso, la cosa fondamentale di questa visita è potere di rinnovare la fedeltà a
Cristo e al Vicario di Cristo, da Pietro a Benedetto XVI.