2008-11-25 13:24:00

I vescovi del Cile in visita "ad Limina". Mons. Karmelic: "Vogliamo rendere il laicato protagonista nella nostra Chiesa"


Come ogni Chiesa particolare dell'America Latina, anche quella del Cile vive l'"onda lunga" di Aparecida. Da ieri, i suoi vescovi ne stanno riferendo al Papa e alla Curia Romana, nell'ambito della loro visita ad Limina in Vaticano. La missione di rievangelizzazione - partita dopo l'incontro dello scorso anno degli episcopati latinoamericani con Benedetto XVI - si è tradotta per la Chiesa cilena in rinnovate attenzioni pastorali soprattutto verso le famiglie, i giovani e il laicato in genere. Un impegno ribadito da mons. Alejandro Goic Karmelic, presidente della Conferenza episcopale cilena, intervistato da Alina Tufani, della redazione ispanoamericana della nostra emittente:RealAudioMP3

R. - Nosotros como Conferencia episcopal...Come Conferenza episcopale abbiamo da poco pubblicato gli orientamenti pastorali in linea con il Documento di Aparecida che tutte le diocesi stanno cominciando a mettere in pratica. Ovviamente, in questo progetto la sfida è quella di una nuova evangelizzazione nel contesto attuale del nostro Paese con un’attenzione particolare alla famiglia e ai giovani che, come si è detto ad Aparecida, sono i più vulnerabili nella società in cui viviamo. Nella missione e nei piani pastorali delle diocesi c’è, poi ,un’attenzione molto forte verso il laicato, per un suo maggiore impegno nella società. Vogliamo rafforzare questo impegno e la presenza dei laici nell’educazione, nel mondo sindacale e politico e nel tessuto sociale, perché i cristiani realizzino in modo più profondo e con generosità i valori del Vangelo. Le sfide sono molteplici e la visita al Santo Padre e alla tomba degli Apostoli riafferma la nostra fedeltà alla Chiesa che ha le sue origini in Gesù Cristo e negli Apostoli Pietro e Paolo".

 

D. - Sappiamo che la battaglia contro l’aborto e le minacce alla vita e alla famiglia è molto accesa. Quale è la situazione attuale in Cile?

 

R. - En el tema del aborto propiamente, en el actual gobierno, no hay…

Sul tema dell’aborto, non c’è alcuna possibilità che il governo presenti una legge perché non era nel programma dell’attuale presidente della Repubblica. Ci sono, è vero, dei gruppi che vorrebbero la legalizzazione dell’aborto terapeutico, ma per fortuna la maggioranza in questo Paese è contraria e noi confidiamo che continui così. Da parte sua, la Chiesa con la Missione continentale continuerà a difendere il valore della vita dal concepimento alla sua morte naturale. Esistono effettivamente dei progetti di legge parlamentari che contraddicono i valori fondamentali del Vangelo e che, come gerarchia ecclesiale, seguiamo con attenzione, segnalando al Paese la nostra opinione. Ai credenti che sono in politica chiediamo invece di agire coerentemente con la loro fede in parlamento e in tutti gli ambiti della vita sociale. Ci sono molte persone di buona volontà che senza il dono della fede accettano la nostra proposta di difesa della vita.

 

D. - Il Cile è uno dei Paesi dell’America Latina che ha fatto più progressi in campo economico e sociale. Eppure, i vescovi cileni parlano di disuguaglianze e esclusione. Quali sono?

 

R. - Hemos señalado en muchas ocasiones…

Abbiamo segnalato, in molte occasioni, le enormi disuguaglianze sociali, soprattutto tra i settori più vulnerabili e più poveri della società cilena. Indubbiamente, il Cile ha recuperato la sua democrazia, la convivenza sociale: è cresciuto economicamente, è uno dei Paesi della regione che ha i più alti tassi di crescita, ma non è riuscito a diventare una società più equa. Credo che alle prossime elezioni presidenziali uno dei temi principali debba essere come cercare una maggiore distribuzione degli ricchezze tra i più diseredati. Obiettivamente, occorre dire anche che l’attuale crisi mondiale - che, in un certo senso, è il frutto dell’egoismo umano - viene affrontata con una politica economica seria dall’attuale governo e confidiamo che questa politica possa continuare. Ma il grande passo di cui c’è bisogno è quello verso una società più equa. Con la [recente] Settimana Sociale celebrata in tutte le diocesi cilene, la Chiesa ha cercato di sensibilizzare i fedeli su tutti questi temi.

 

D. - Tra i gruppi più penalizzati ci sono gli indigeni. Come promuove la Chiesa la pastorale degli indigeni?

 

R. - La iglesia en …

La Chiesa è molto presente nelle aree abitate dagli indigeni e anche a livello nazionale sta facendo un grande sforzo per una maggiore integrazione degli abitanti originari del Cile nella vita nazionale. Credo che la Chiesa sia una delle istituzioni che ha fatto di più per l'integrazione, non intesa però come assimilazione, dei popoli indigeni.

 

D. - Si è da poco conclusa a Roma la XII Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi nella quale è stata riaffermata la centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa. Si tratta, come si è detto ad Aparecida, di rievangelizzare i battezzati. Questa è una priorità anche in Cile? 

R. - Sin duda la mision continental en coherencia con el projecto…

Senza dubbio nella Missione continentale la Parola di Dio è presente e occupa una posizione di primo piano. Recentemente, abbiamo pubblicato un documento dedicato all’animazione biblica nella pastorale. Occorre tenere presente che la Paola di Dio è presente in tutta la nostra missione evangelizzatrice del popolo cileno e speriamo che la futura Esortazione post-sinodale di Benedetto XVI ci illumini e ci aiuti a cogliere il frutto di questo Sinodo.

 

D. - In conclusione, cosa vi aspettate dalla vostra visita ad Limina e dall’incontro con Benedetto XVI? 

R. - Las expectativas siempre son muy grande, porque…

Le aspettative sono molto grandi, perché è un dono di Dio potere andare alla tomba degli Apostoli e rinnovare la fedeltà alle nostre origini, a Pietro e a Papa Benedetto. Abbiamo un’agenda molto ampia: tra l’altro, terremo a Roma la nostra 97.ma assemblea plenaria. Ma, a mio avviso, la cosa fondamentale di questa visita è potere di rinnovare la fedeltà a Cristo e al Vicario di Cristo, da Pietro a Benedetto XVI.








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