2008-11-24 15:28:58

Trattato contro le mine antiuomo: risultati positivi ma anche violazioni


La mancata distruzione delle scorte entro le scadenze previste dal Trattato di Ottawa rappresenta la prima violazione dell'accordo che vieta la produzione, l'uso, lo stoccaggio e l'esportazione di mine antiuomo; lo ha ribadito la Campagna internazionale contro le mine antiuomo (Icbl) che nel suo rapporto annuale - diffuso a Ginevra e ripreso dall'agenzia Misna - fa sapere che se nessuno dei 156 paesi aderenti al Trattato ha impiegato, prodotto o esportato mine antiuomo alcuni paesi non hanno distrutto i loro arsenali entro le scadenze previste. Per l’Icbl si tratta della "prima grave violazione del Trattato", che rischia soprattutto di creare un precedente. Secondo l'Icbl, infatti, 15 paesi intendono chiedere un rinvio della data limite per bonificare le zone minate di loro competenza. Alcuni hanno effettivamente bisogno di più tempo, ma è "inaccettabile" che paesi come l'Inghilterra (nelle isole Falkland) e il Venezuela - che non hanno neanche cominciato a sminare - chiedano ora un rinvio della scadenza, ha denunciato l’Icbl, coalizione di organizzazioni non governative all’origine del Trattato di Ottawa e Premio Nobel per la pace 1997. Due paesi non membri del Trattato, Russia e Myanmar, hanno fatto uso di mine antiuomo l’anno scorso così come gruppi armati in nove paesi, hanno affermato gli esperti dell’Icbl presentando la X edizione del Landmine Monitor report. Il bilancio globale del Trattato resta tuttavia positivo: 42 milioni di mine sono state distrutte e anche molti paesi che non hanno aderito al Trattato ormai ne rispettano lo spirito. (R.P.)







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