2008-11-24 15:17:26

Baghdad sconvolta dagli attentati: tra le vittime numerose donne


Almeno 19 persone, soprattutto donne, sono state uccise e altrettante sono rimaste ferite questa mattina nella capitale irachena in seguito all'esplosione di due ordigni e ad un attentato suicida di una donna in zone diverse della città. La micidiale serie di attentati è iniziata davanti alla super fortificata "Zona Verde" dove hanno sede le massime istituzioni irachene e le più importanti ambasciate occidentali. Una kamikaze è entrata in azione davanti ad uno degli ingressi, nell'ora di punta, quando molti impiegati si affollano ai cancelli per andare a lavorare. Quasi alla stessa ora, una bomba è esplosa nella parte est della città, a Baghdad al Jadida sotto ad un minibus che trasportava verso il loro ufficio delle impiegate del Ministero del commercio.

Le misure decise per l’economia del presidente eletto Obama
Le possibili soluzioni alla crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti continuano ad essere la priorità assoluta per il presidente eletto, Barack Obama, che potrebbe varare un nuovo “new deal”, forse della stessa entità del piano di salvataggio offerto alle banche, ovvero 700 miliardi di dollari. Non appena si insedierà alla Casa Bianca, il 20 gennaio prossimo, autorizzerà, infatti, una serie di grandi spese pubbliche e di sgravi fiscali. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:RealAudioMP3

Barack Obama si prepara a varare il nuovo "New Deal", forse della stessa entità del piano di salvataggio già offerto alle banche, ovvero 700 miliardi di dollari. Non appena si insedierà alla Casa Bianca, il 20 gennaio, il presidente autorizzerà infatti una serie di grandi spese pubbliche e di sgravi fiscali. Il nuovo inquilino della Casa Bianca confermerà inoltre il taglio delle tasse per il 95 per cento degli americani - come già promesso in campagna elettorale - ma per far fronte al rischio di inflazione e creare due milioni e mezzo di posti di lavoro entro il 2011 - Obama potrebbe perfino rinviare la cancellazione degli sconti fiscali ai più ricchi, introdotti da George Bush. Sarebbe questo un cambio di piano per la campagna elettorale visto che Obama aveva promesso di far pagare più tasse a chi guadagna più di 250 mila dollari l’anno, per finanziare i suoi programmi sociali. I dettagli del nuovo corso economico con gli americani, in stile Roosevelt, si avranno già questa sera quando il presidente eletto presenterà la sua squadra economica. Si prevede già la nomina di Timothy Geithner, presidente della Federal Reserve di New York, al Dipartimento al tesoro, e di Lawrence Summers, ex ministro al Tesoro di Clinton, a capo del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, con la promessa però di succedere alla guida della Federal Reserve nel 2010.

 
Il presidente libanese in visita a Teheran
Storico incontro oggi a Teheran tra il presidente libanese Michel Suleiman e l’omologo iraniano Mahmud Ahmadinejad. Numerosi i temi in agenda: questioni politiche ed economiche, le relazioni bilaterali e la situazione in Medio Oriente e del processo di pace arabo-israeliano. Ma come interpretare questo faccia a faccia? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Camille Eid, giornalista libanese del quotidiano “Avvenire”.RealAudioMP3

R. – Questa visita del presidente libanese in Iran si inserisce nella lunghissima serie di visite effettuate da Suleiman nei primi sei mesi del suo mandato. Constatiamo che ha visitato circa 10 Paesi in questi ultimi mesi; l’Iran intrattiene rapporti molto forti, consolidati con il Libano ma il problema è che non li intrattiene direttamente con il governo – o esclusivamente con il governo e lo Stato libanese – ma con un partito. Quindi, penso che questa visita acquisti maggiore importanza perché Suleiman chiederà sicuramente di avere, d’ora in poi, un rapporto da Stato a Stato e non da Stato a partito.

 
D. – Ricordiamo che l’Iran esercita una forte influenza attraverso il suo sostegno a Hezbollah, che fa parte del governo di unità nazionale, anche se nega di fornire un aiuto militare al movimento sciita libanese. Qual è la situazione su questo fronte?

 
R. – Aiuta militarmente ma anche economicamente: sappiamo che dopo la guerra del 2006, l’Iran ha finanziato la ricostruzione di parecchi ponti e infrastrutture del Libano del Sud; solo che questi aiuti non arrivano allo Stato per essere devoluti a chi di dovere, ma arrivano ad un partito che poi pensa di farne quello che vuole. Hezbollah effettivamente fa parte del governo di unità nazionale. La questione principale che il governo deve affrontare adesso è quella del disarmo dell’Hezbollah. Disarmo non è una parola che piace molto al partito, perché si pensa di poter arrivare, invece, ad una specie di rinuncia volontaria del "Partito di Dio" al proprio arsenale, diventando magari parte dell’esercito libanese preposto alla difesa della frontiera meridionale, oppure sotto un’altra forma. Ma l’importante è arrivare ad avere un unico esercito libanese in questo Stato.

 
Zimbabwe
Lo Zimbabwe rischia di subire un totale tracollo per via della crisi economica e politica. Lo ha detto oggi il leader dell'African National Congress (Anc) Jacob Zuma, riferendo l'opinione dell'ex segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, dell'ex presidente americano Jimmy Carter ed altre personalità. Annan e Carter, con altre personalità come l'attivista per i diritti umani Graca Machel, moglie dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, fanno parte di un gruppo, The Elders ("I saggi"), nato per favorire la risoluzione di situazioni di crisi. I membri del gruppo “ritengono che la situazione vada molto male - ha aggiunto Zuma dopo un incontro con loro - e che potrebbe esserci una vera e propria esplosione nel giro di pochi mesi”. Intanto, è stato reso noto, i responsabili del partito al potere nello Zimbabwe e quelli dell'opposizione si incontrano domani in Sudafrica per tentare ancora una volta di trovare una soluzione alla crisi politica che sta lacerando il Paese. Il presidente dello Zimbabwe, Mugabe, ed il suo rivale, Tsvangirai, avevano firmato lo scorso 15 settembre un accordo di condivisione del potere, rimasto lettera morta.

Moldova
“Dobbiamo incoraggiare un avvicinamento forte e strutturale della Repubblica moldova all'Unione Europea”. È quanto ha affermato il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, nel corso della cerimonia inaugurale della nuova sede diplomatica italiana a Chisinau. “Come governo italiano siamo convinti - ha spiegato il titolare della Farnesina - che la Moldova abbia molte più affinità con i paesi dell'Unione Europea di quante non ne abbiano alcuni Paesi centroasiatici o caucasici con i quali comunque dobbiamo lavorare”. E quindi il negoziato tra Ue e Repubblica moldova “terrà conto” di questa caratteristica. Questo vuol dire, ha tenuto a precisare il capo della diplomazia italiana, “negoziare con l'Europa un accordo davvero ambizioso che faccia fare dei passi avanti alla Moldova verso l'Europa e che permetta anche dei programmi di investimento della Commissione Europea in questo Paese”.

Venezuela
Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha proclamato la vittoria nelle elezioni regionali: le forze che lo sostengono hanno conquistato 17 dei 22 Stati del Paese. Il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3

 
In Venezuela vittoria dimezzata, ieri, per il presidente Hugo Chávez che è riuscito a conquistare 17 dei 22 Stati in palio perdendo però Zulia, Miranda, Nuova Esparta e la zona metropolitana di Caracas. Ancora parità per le regioni di Carabobo e Tachira, dove non è stato ufficializzato un vincitore. Secondo tutti gli osservatori, il Venezuela, che ha votato per la quatordicesima volta in 10 anni, consolida ulteriormente il suo andamento democratico non solo perché si registra un controbilanciamento del potere politico, ma anche perché si è registrato un vero e proprio record di presenze alle urne: il 64,45% dei 17 milioni di elettori. L'opposizione conserva il ricco Stato petrolifero di Zulia e quello di Nueva Esparta, nella parte orientale del Paese; conquista poi Miranda, dove alcune zone erano tradizionalmente legate al presidente. L'opposizione ha riportato un importante successo anche nell'Alcadia Mayor, l'area metropolitana di Caracas. "La vittoria - ha detto Chávez - è oggi del Venezuela: si ratifica il cammino democratico che il popolo ha scelto". Anche le opposizioni sono soddisfatte e attendono il risultato finale per dare una propria valutazione. Per ora si limitano a sottolineare un esito elettorale non previsto in nessun sondaggio.
 
La regione caucasica
“Forte preoccupazione” è stata espressa dalla Commissione Ue per la situazione in Ossezia del Sud, in Georgia, dove ieri sono stati sparati colpi di arma da fuoco vicino al convoglio che trasportava il presidente georgiano, Saakashvili, e quello polacco, Kaczynski. “Attendiamo di avere più informazioni su quello che è accaduto”, ha detto la portavoce del commissario Ue per le Relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner, sottolineando come “solo il dialogo politico può risolvere i problemi di quella regione”. Bruxelles ha quindi ribadito di “non riconoscere l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud”, le due regioni georgiane in mano ai separatisti filorussi. Lo scorso agosto la Georgia aveva tentato di riprendere il controllo dell'Ossezia del sud, provocando l'intervento militare russo. C’è da dire che nel Caucaso russo, quasi ogni giorno, si registrano scontri fra movimenti integralisti o indipendentisti e la polizia. Oggi in Daghestan, due poliziotti dei reparti speciali sono stati uccisi e altri tre sono rimasti feriti dopo essere caduti in un’imboscata nei pressi del villaggio di Kakashura, nella zona montagnosa del Paese. Sabato, nella vicina Cecenia, quattro agenti di polizia erano morti nello scoppio di una bomba vicino alla capitale Grozny.

Thailandia
Migliaia di oppositori hanno circondato oggi il parlamento a Bangkok e altri edifici pubblici, in quella che hanno chiamato la “battaglia finale” per rovesciare il governo del premier Wongsawat, cognato dell'ex premier Shinawatra, un miliardario incriminato per corruzione ora riparato all'estero. I manifestanti, vestiti di giallo in segno di fedeltà al re della Thailandia, hanno bloccato i tre viali principali che portano al parlamento, protetto da oltre 1.000 poliziotti. La seduta odierna è stata aggiornata perchè “era impossibile riunirsi”, ha detto il presidente dell'Assemblea, Chai Chidchob.

Corea
La Corea del Nord ha annunciato che sospenderà dal primo dicembre i collegamenti ferroviari con la Corea del Sud, in risposta a quella che definisce la “politica di confronto”. La stampa ufficiale nordcoreana afferma inoltre che saranno ugualmente sospesi i visti turistici per la città di Kaesong, situata vicino alla frontiera fra le due Coree. Pyongyang ha anche minacciato di espellere i manager industriali sudcoreani che lavorano all'interno di un sito industriale nella Corea del Nord. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 329

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