Il monachesimo indica al mondo ciò che è essenziale: “cercare Cristo e nulla anteporre
al suo amore”. Il Papa lo ha ribadito giovedì scorso alla vigilia della Giornata dedicata
alla vita claustrale. Benedetto XVI più volte nel suo pontificato ha invitato i fedeli
a fare esperienza del silenzio per poter ascoltare la voce di Dio. Chi non prega –
ha affermato – inaridisce l’anima. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro
direttore padre Federico Lombardi:
C’è una dimensione
interiore e spirituale della vita che va custodita e alimentata, se no si può isterilire,
fino a inaridirsi e addirittura morire. La riflessione, la meditazione, la contemplazione,
sono necessarie come il respiro. Spazi di silenzio – esteriore e soprattutto interiore
- ne sono una premessa e una condizione indispensabile. Nel tempo del telefono cellulare
e dell’internet è probabilmente più difficile di prima proteggere il silenzio e nutrire
la dimensione interiore della vita. E’ difficile, anche se spesso ne sentiamo forte
la nostalgia. Difficile, ma necessario. Infatti per i credenti in questa dimensione
si sviluppa la preghiera, il dialogo con Dio, la vita nello spirito, che è più importante
della stessa vita fisica. Gesù ci ha detto di non temere tanto chi può uccidere il
corpo, quanto piuttosto chi può perdere la nostra anima.
Ciò
che vale per la singola persona, vale per la comunità della Chiesa, vale per l’umanità.
Se per ognuno di noi è fondamentale saper conservare il dialogo con Dio nella vita
quotidiana, per la Chiesa è fondamentale avere in sé il segno e la realtà della vita
dedita alla contemplazione e alla preghiera, e per l’umanità è fondamentale sapere
che esistono i fari di riferimento dei saggi e dei maestri dello spirito. Se no, si
perde l’anima. E questo è oggi un rischio assai grave, ed è la disgrazia più irreparabile.
La giornata annuale dedicata a novembre alla vita claustrale ci invita a impegnarci
tutti perché ciò non accada.