2008-11-21 14:15:14

Ruinita a Guadalajara la Conferenza mondiale degli Istituti secolari


Quattro giorni di incontri e preghiera per riflettere sul ruolo degli Istituti secolari nell'attuale panorama della Chiesa e del mondo. E' l'obiettivo della Conferenza mondiale degli Istituti secolari in corso a Guadalajara, in Messico, fino a domani. Al microfono di padre Josef Polak, responsabile della nostra redazione polacca, Marcella Paolemili, delle Missionarie della Regalità di nostro Signore Gesù Cristo e segretaria dell'organismo organizzatore, spiega in dettaglio le finalità della Conferenza:RealAudioMP3

R. - Riflettiamo sul senso dei nostri Istituti nell’oggi della Chiesa e del mondo e poi rinnoveremo il nostro gruppo dirigenti, perché questa è un’assemblea elettiva. E’ molto interessante per noi questo confronto fra le diverse esperienze, le diverse culture, le diverse tensioni missionarie che vengono interpretate all’interno dei vari Istituti e che portano ad una riscoperta del senso della vocazione secolare nella Chiesa.
 
D. - La maggioranza degli Istituti secolari nel mondo sono femminili, come dimostra la vostra assemblea composta per la maggior parte di consacrate. Ma ci sono nella vostra assemblea anche delegati di Istituti maschili?
 
R. - E’ vero che in maggioranza sono femminili, però abbiamo una bella presenza anche degli altri.
 
D. - Secondo lei, qual è ora la vocazione per gli Istituti secolari nel mondo?
 
R. - La nostra vocazione, direi, è quella - io sono solita usare un’espressione un po’ forte, ma che mi sembra molto vera - di “profezia-martirio”. Profezia perché è quell’annuncio di ciò che non è vissuto nel concreto, di ciò che è solo intuito, di ciò che è solo assaporato nell’esperienza della salvezza. Martirio perché il nostro è un modo di vivere questa fedeltà al Vangelo senza etichette, senza blasoni, senza bandiere. Quindi, siamo molto nascosti, molto celati, molto invisibili e talvolta questo costa un po’.
 
D. – Provenite da tutti gli istituti secolari; che esperienza è?
 
R. – E’ un’esperienza molto interessante nella ricerca dell’espressione comune di quella che è la nostra vita, nell’idioma, nella cultura, nei modi; ciascuno ha il proprio e questo voler condividere, questo volersi riconoscere sul volto dell’altro, nell’esperienza dell’altra è sufficientemente affascinante.







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