Il presidente iracheno favorevole ad aumentare la rappresentanza cristiana nel Paese.
Intervista col ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini
Ennesima giornata di violenze in Iraq. Tre persone sono state uccise e altre 19, tra
cui tre poliziotti, sono state ferite stamani dall'esplosione di due ordigni in due
zone diverse di Baghdad. Nella capitale irachena sono inoltre scesi in piazza migliaia
di persone, per manifestare contro l’accordo sulla sicurezza siglato tra il governo
e gli Stati Uniti, che prevede il ritiro completo delle truppe Usa entro la fine del
2011. Ieri il presidente iracheno Talabani ha assicurato un maggiore impegno in
favore della sicurezza della comunità cristiana, proponendo aperture anche sul fronte
della rappresentatività politica nei consigli provinciali. Auspici espressi nel colloquio
con il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, raggiunto da Luca
Collodi per un commento sulla situazione dei cristiani nel Paese del Golfo:
R. – I componenti
della comunità cristiana tendono a lasciate il Paese, questo sta creando una percezione,
fortunatamente ben chiara nel governo e anche nel presidente della Repubblica irachena,
circa l’interesse strategico, culturale, religioso, ed anche politico, che i cristiani
restino e che quindi siano protetti. D. – Ministro Frattini,
il governo iracheno ha la consapevolezza dell’importanza della comunità cristiana
per l’Iraq? R. – Credo che questa consapevolezza ci sia ed in
ogni caso il mio messaggio è stato chiaro: l’Italia fa tanto e farà ancor di più per
l’Iraq ma la nostra attenzione alla comunità cristiana sarà sempre più forte. Questa
percezione gli iracheni ce l’hanno. D. – Due aspetti, il primo
sulle violenze, il problema, forse, di maggior rilievo. Il governo si è impegnato
a seguire attentamente questa situazione? R. – Registro le parole
di grande impegno del primo ministro dell’Iraq, il quale mi ha detto che la protezione
dei cristiani è un dovere e non una concessione, da parte loro, sono parole molto
impegnative. D. – L’altro aspetto, ministro Frattini, la presenza
dei cristiani all’interno della vita civile della democrazia irachena. Su questo punto,
che cosa possiamo dire? R. – Io posso dire che ho ricevuto dei
dati. Il governo neo costituito dell’Iraq, che sta affrontando una fase importante
di transizione, ha portato all’inclusione di due ministri cristiani e di due vice
ministri cristiani, quindi, una percentuale sovra rappresentata ma significativa per
il dato politico. Tra l’altro, uno di questi ministri è il ministro assai potente
dell’industria dell’Iraq. Poi, per le amministrazioni locali, posso dire che ho registrato
una volontà, del presidente Talabani, il presidente dell’Iraq, di intervenire sulla
legge che garantisce la rappresentatività dei cristiani nelle amministrazioni locali,
nel senso di almeno raddoppiare la presenza minima e, addirittura, forse, fare di
più, quindi dare a tutte le amministrazioni locali, una rappresentatività dei cristiani
superiore a quella che c’è nella legge che sta entrando in vigore.