Il commento di mons. Paglia alla decisione dell'Assemblea rabbinica di sospendere
la Giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici
La Giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici, in programma il prossimo 17 gennaio,
è stata sospesa e al suo posto verrà celebrata la Giornata dell’ebraismo. Lo ha annunciato
il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras. La decisione – ha
spiegato il rabbino – è motivata dalla questione della preghiera per gli ebrei nella
Liturgia del Venerdì Santo, modificata da Benedetto XVI in seguito alle obiezioni
sollevate dopo la pubblicazione del Motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio
2007. Nella nuova formulazione si invoca Dio perché “illumini” i cuori degli ebrei,
“perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini”. Commenta la decisione
di sospendere la Giornata del dialogo mons. Vincenzo Paglia, vescovo
di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo
della Conferenza episcopale italiana. L'intervista è di Amedeo Lomonaco:
R. – Ovviamente
ha addolorato questa decisione presa dall’Assemblea dei rabbini e che Laras poi ha
comunicato. In verità, è da alcuni mesi che io sono in contatto con Laras proprio
per questo problema, per le questioni sorte dopo l’Oremus del Venerdì Santo, nella
formula del Messale di San Pio V. Quelle parole che il rabbino Laras, tra l’altro,
ricorda nella sua nota invocazione “Dio illumini i loro cuori, affinché riconoscano
Gesù Cristo, Salvatore di tutti gli uomini”, questa affermazione è un’invocazione
che mette nelle mani del Signore il come e il quando, in prospettiva escatologica,
questo possa avvenire. E in questo senso a mio avviso la questione è più che risolta.
Posso comprendere le perplessità: questa decisione è dolorosa, ma neppure la enfatizzerei
più di tanto. Il rabbino, infatti, nella nota ovviamente si augura che il cammino
del dialogo riprenda e continui.
D. – La decisione
di sospendere la Giornata del dialogo è anche un’ulteriore occasione di riflessione...
R.
– Certo. La decisione di sospendere quella giornata è un segno, perché si prenda occasione
per approfondire di più. Ed è questo anche il motivo per cui noi ovviamente continueremo
a celebrare anche quest’anno la Giornata di riflessione ebraico-cristiana il 17 gennaio.
Si tratta di una giornata che quest’anno è un po’ ferita, ma è una ferita che ci auguriamo
aiuti ad approfondire meglio l’indispensabile raccordo e rapporto tra cristiani ed
ebrei.
D. – Quali parole intende rivolgere al rabbino
Giuseppe Laras e all’Assemblea rabbinica italiana per chiedere di rivalutare, se possibile,
la decisione di sospendere quest’anno la Giornata di riflessione ebraico-cattolica?
R.
– Persistono purtroppo ancora preoccupanti focolai di antisemitismo e questo chiede
un’attenta vigilanza: non solo non dobbiamo allentare i nostri rapporti, ma stringerli
ancora di più per combattere in radice ogni seme che possa favorire tali atteggiamenti.
In questo senso, vorrei dire loro: “Cari amici ebrei, non possiamo perderci dietro
a questi problemi. C’è un fronte che deve continuare a vederci molto stretti, molto
uniti per combattere la comune battaglia contro qualsiasi forma di antisemitismo e
soprattutto per allargare quel comune patrimonio teologico-morale per aver portato
al mondo intero il monoteismo. Parlare di Dio, parlare della legge morale, parlare
di comportamenti santi e parlare anche di una tensione escatologica verso la pienezza
della manifestazione di Dio, credo sia un compito assolutamente prioritario e straordinario.