Convegno a Roma sui Padri della Chiesa, maestri di pensiero da riscoprire nella cultura
contemporanea
Dove ricercare le radici della cultura europea? Come leggere i Padri della Chiesa
in tal senso? A queste e ad altre domande ha voluto offrire alcune risposte il convegno
che si è svolto stamani all’Università La Sapienza di Roma, organizzato dalla stessa
università insieme all’Istituto Patristico Augustinianum, alla Casa editrice Città
Nuova e alla Nuova Biblioteca Agostiniana. Il servizio di Tiziana Campisi:
Maestri
di pensiero: i Padri della Chiesa sono ancora oggi fonti di conoscenza e di sapienza;
lo sono in particolare per i cristiani, per avere spiegato nei loro scritti i dogmi
della fede, ma sono anche figure aperte al dialogo con il mondo della cultura che
spesso però li ignora. Come spiega la professoressa Emanuela Prinzivalli,
docente del Dipartimento di Studi Storico-Religiosi dell’Università La Sapienza di
Roma:
R. – I Padri della Chiesa sono un patrimonio
culturale dell’umanità intera. In autori come Origene e Agostino, l’intersezione fra
filosofia e presupposto di fede, la capacità dialogica e di “retractatio” anche all’interno
del loro pensiero, è tale che appunto fornisce per noi uno stimolo a fare altrettanto,
ad assimilare a reinterpretare e rivivere.
D. – Ma
perché i Padri della Chiesa sono poco noti al grande pubblico?
R.
– A mio parere, perché innanzitutto una componente culturale italiana poco conosce
quello che è il testo base dei Padri della Chiesa, cioè la Bibbia; non conoscere la
Scrittura, come dire, impedisce anche una comprensione di questi autori.
D.
– Come si potrebbe superare questo problema?
R. –
Con dei programmi scolastici, far rientrare nel livello universitario, nella cultura
scolastica queste parti, che invece sono erroneamente sentite come religione.
D.
– Invece, quanto è importante per un cristiano conoscere i Padri della Chiesa?
R.
– Per un cristiano è importante per avere un dialogo, per capire che cosa è patrimonio
perenne di una cultura e anche di una fede; è importante perché, per un cristiano,
può diventare il dialogo con amici che parlano di cose che attingono a ciò che più
di profondo desidera l’essere umano.
Tra le Case
editrici che si sono proposte di divulgare il pensiero dei Padri della Chiesa figura
Città Nuova. Giovanni Battista Dadda, direttore generale, ricorda
com’è nata negli anni Settanta l’idea della collana patristica che oggi conta 200
pubblicazioni:
R. – Era nata l’esigenza di rendere
i Padri più alla portata di tutti, senza necessariamente avere il testo latino-greco
a fronte, con tutte le annotazioni; portare la ricchezza patristica non negli scaffali
ma nella vita pratica, di ogni giorno.
Ma a quali
obiettivi mira adesso Città Nuova con le sue nuove pubblicazioni sui Padri della Chiesa?
Risponde il direttore editoriale Donato Falmi:
R.
– La letteratura patristica è, per così dire, sconfinata; però, perseguiamo almeno
l’obiettivo di dare i testi più significativi. E insieme ai testi più significativi,
anche i testi che affrontano tematiche significative, in genere legate alla teologia
e alla vita della Chiesa, ma non solo; perché entrando nella vita concreta della loro
gente, i Padri poi affrontano anche temi che riguardano la condizione dell’uomo, la
vita sociale. Sono temi di sempre.