La Caritas continua la sua missione nel Kivu in totale insicurezza
L'équipe della Caritas nella Repubblica Democratica del Congo porta avanti la sua
opera umanitaria nella regione del Nord Kivu in un clima di crescente insicurezza.
Quattro giorni fa, il centro per ex bambini soldato che gestisce nella località di
Kanyabayonga, a 150 chilometri da Goma, ha subìto un'incursione armata in cui i soldati
hanno saccheggiato le scorte di cibo, le coperte e i materassi. I ragazzi sono riusciti
a fuggire prima dell'attacco senza subire alcun danno. Tutti i minori - riferisce
l'agenzia Zenit - sono stati accolti da Caritas Goma, che sta gestendo il loro ingresso
nella scuola Don Bosco, nella stessa città. Negli ultimi giorni, sono stati registrati
scontri con artiglieria pesante nei pressi del campo di rifugiati di Kibati, gestito
dalla Caritas. Come conseguenza, molte famiglie stanno abbandonando quegli insediamenti
per dirigersi in zone più sicure. Altri gruppi di rifugiati sono rimasti isolati a
causa dei combattimenti in zone in cui è impossibile portare aiuti. I campi di rifugiati
di Goma ricevono continuamente nuovi flussi di sfollati e alcuni hanno visto raddoppiare
il numero degli ospiti in appena una settimana, il che sta creando seri problemi strutturali.
Giovedì scorso è arrivato a Goma un gruppo di Vescovi della Conferenza Episcopale
Congolese in missione pastorale d'urgenza, per offrire sostegno e solidarietà agli
sfollati e verificare di persona la risposta della Chiesa. La missione è stata presieduta
da mons. Janvier Kataka, Vescovo di Wamba e presidente della Commisione Episcopale
di Caritas e Sviluppo. Appena giunti a Goma, i presuli hanno celebrato una riunione
di lavoro con tutti i membri dell'équipe tecnica della Caritas nella regione, dopo
la quale si sono trasferiti nel campo di rifugiati di Buhimba, dove hanno preso contatto
con i responsabili per la sistemazione e le famiglie sfollate. (R.P.)