Il cardinale Antonelli auspica un ripensamento sul caso Englaro
Nell’illustrare il progetto di civiltà cristiana ai partecipanti del 28.mo convegno
nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita (CAV), conclusosi ieri a Montecatini, il cardinale
Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha spiegato
che la “vita e la famiglia sono i valori su cui si costruisce la civiltà dell’amore
e chi li difende si riempie di Spirito Santo e trasmette l’amore di Dio a fratelli
e sorelle”. Il compito dei cristiani, ha aggiunto il porporato, è di accoglierlo con
fede e portarlo agli altri attraverso le opere di carità. Nella sua omelia, riporta
Zenit, il cardinale Antonelli ha parlato della vicenda di Eluana Englaro, auspicando
un ripensamento perché “l’ideologia non oscuri del tutto le coscienze”. “Eluana è
in stato vegetativo ma – ha sottolineato - non è un vegetale, è una persona dormiente.
La persona anche quando è addormentata o disabile, conserva tutta la sua dignità.
La persona vale per se stessa e non per quello che produce e consuma o per il piacere
e le soddisfazione che procura agli altri”. Il porporato ha invitato ad “un impegno
intelligente generoso e perseverante a favore della vita” che si articoli in senso
culturale, giuridico e politico ma anche nella testimonianza personale. Ricordando
le tante parole spese sul caso, il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
ha voluto sottolineare quelle delle suore che assistono la ragazza: “Se c’è chi la
considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva… lasciateci
la libertà di amare e donarci a chi è debole”. Parole ricordate anche da Carlo Casini,
presidente del Movimento per la Vita, che ha scritto al capo dello Stato Napolitano
ed ha rivolto un appello al Parlamento perché approvi una legge sul fine vita “che
possa evitare – ha detto - alle altre migliaia di persone nelle condizioni di Eluana,
di essere minacciate da un’eutanasia che nessuno ha neppure il coraggio di chiamare
col proprio nome”.(B.C.)