Al via a Cipro il meeting "Uomini e religioni". Il Pontefice. "tenete alta la fiaccola
della pace". Intervista con il Patriarca ortodosso, Chrysostomos II.
Duecento personalità religiose e politiche da oltre 60 Paesi: stanno giungendo in
queste ore a Nicosia per partecipare - da questa sera a martedì prossimo - alla 22.ma
edizione di "Uomini e Religioni", l'annuale incontro organizzato dalla Comunità di
Sant’Egidio, in collaborazione con la Chiesa ortodossa di Cipro, che nell'edizione
2008 ha per titolo “La civiltà della pace: fedi e culture in dialogo”. Un appuntamento
che intende contribuire con idee e dialoghi al raggiungimento della pace nel mondo.
Nel suo messsaggio il Papa ha chiesto di tenere alta la fiaccola della pace. Da Nicosia,
la nostra inviata, Francesca Sabatinelli:
Dal
1974 Cipro è separata in due, con la parte nord invasa dalla Turchia e tuttora riconosciuta
solo da Ankara come autoproclamata Repubblica del nord. Dal 2003, esiste la possibilità
di attraversare la linea di demarcazione e da poco è ripreso un delicato processo
di pace tra le due parti. La speranza - come spiega al microfono di Francesca Sabatinelli,
il Patriarca ortodosso Chrysostomos II, arcivescovo di Nuova Giustiniana e
tutta Cipro - è che l’incontro di Sant’Egidio possa contribuire al disgelo:
R. - (parole
in greco) Crediamo che questo incontro avrà un ruolo molto positivo per
quanto riguarda il processo di pace a Cipro ma anche in tutto il mondo. Crediamo anche
che, per quanto riguarda Cipro, darà i messaggi giusti ai rappresentanti delle due
comunità, affinché lavorino con tenacia e con concentrazione per una soluzione giusta
per entrambe le comunità, affinché regni finalmente la pace e perché si possa vivere
felicemente una accanto all’altra.
D. - Quali sono
le attuali difficoltà del negoziato?
R. - (parole
in greco) I problemi del dialogo sono tanti. A Cipro, di sono due Stati
e non uno singolo. La volontà è che si dissolva la Repubblica di Cipro per poi formare
due Stati indipendenti, che tra loro abbiano una relazione molto sottile, in una sorta
di confederazione. Ankara, inoltre, vuole conservare il diritto di mantenere le sue
truppe a Cipro, anche dopo una soluzione, con diritto d'intervento, cosa che noi non
possiamo accettare. Cipro, però, è uno Stato piccolo per essere diviso in due. La
Comunità Europea ha riconosciuto Cipro come un Paese unito, tutto intero, malgrado
l’aquis communautaire non venga applicato nella parte occupata. L’Europa ci
ha accettati così come siamo e pensa che così possiamo vivere - greci e turchi - in
pace.
D. - Durante il suo incontro a Roma con Benedetto
XVI, avete entrambi ribadito la volontà di proseguire e intensificare la ricerca della
piena unità tra cristiani. Secondo lei, a che punto è, questo cammino?
R.
- (parole in greco) Il dialogo continua. Noi, come Chiesa di Cipro, appoggiamo
questo dialogo. Noi abbiamo deciso di ospitarlo l’anno prossimo qui, a Cipro. Come
Chiesa locale, noi offriremo i nostri buoni servigi per un esito positivo, perché
non è ammissibile che la Chiesa di Cristo sia divisa: la Chiesa deve avere un pastore,
deve essere un popolo, un gregge. Non si può continuare a vedere la Chiesa spezzettata:
la Chiesa dev’essere unita. E noi faremo di tutto per gettare ponti per unire questa
Chiesa.