2008-11-16 14:42:03

Al via a Cipro il meeting "Uomini e religioni". Il Pontefice. "tenete alta la fiaccola della pace". Intervista con il Patriarca ortodosso, Chrysostomos II.


Duecento personalità religiose e politiche da oltre 60 Paesi: stanno giungendo in queste ore a Nicosia per partecipare - da questa sera a martedì prossimo - alla 22.ma edizione di "Uomini e Religioni", l'annuale incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la Chiesa ortodossa di Cipro, che nell'edizione 2008 ha per titolo “La civiltà della pace: fedi e culture in dialogo”. Un appuntamento che intende contribuire con idee e dialoghi al raggiungimento della pace nel mondo. Nel suo messsaggio il Papa ha chiesto di tenere alta la fiaccola della pace. Da Nicosia, la nostra inviata, Francesca Sabatinelli: RealAudioMP3

 

Dal 1974 Cipro è separata in due, con la parte nord invasa dalla Turchia e tuttora riconosciuta solo da Ankara come autoproclamata Repubblica del nord. Dal 2003, esiste la possibilità di attraversare la linea di demarcazione e da poco è ripreso un delicato processo di pace tra le due parti. La speranza - come spiega al microfono di Francesca Sabatinelli, il Patriarca ortodosso Chrysostomos II, arcivescovo di Nuova Giustiniana e tutta Cipro - è che l’incontro di Sant’Egidio possa contribuire al disgelo:RealAudioMP3

R. - (parole in greco)
Crediamo che questo incontro avrà un ruolo molto positivo per quanto riguarda il processo di pace a Cipro ma anche in tutto il mondo. Crediamo anche che, per quanto riguarda Cipro, darà i messaggi giusti ai rappresentanti delle due comunità, affinché lavorino con tenacia e con concentrazione per una soluzione giusta per entrambe le comunità, affinché regni finalmente la pace e perché si possa vivere felicemente una accanto all’altra.

 
D. - Quali sono le attuali difficoltà del negoziato?

 
R. - (parole in greco)
I problemi del dialogo sono tanti. A Cipro, di sono due Stati e non uno singolo. La volontà è che si dissolva la Repubblica di Cipro per poi formare due Stati indipendenti, che tra loro abbiano una relazione molto sottile, in una sorta di confederazione. Ankara, inoltre, vuole conservare il diritto di mantenere le sue truppe a Cipro, anche dopo una soluzione, con diritto d'intervento, cosa che noi non possiamo accettare. Cipro, però, è uno Stato piccolo per essere diviso in due. La Comunità Europea ha riconosciuto Cipro come un Paese unito, tutto intero, malgrado l’aquis communautaire non venga applicato nella parte occupata. L’Europa ci ha accettati così come siamo e pensa che così possiamo vivere - greci e turchi - in pace.

 
D. - Durante il suo incontro a Roma con Benedetto XVI, avete entrambi ribadito la volontà di proseguire e intensificare la ricerca della piena unità tra cristiani. Secondo lei, a che punto è, questo cammino?

 
R. - (parole in greco)
Il dialogo continua. Noi, come Chiesa di Cipro, appoggiamo questo dialogo. Noi abbiamo deciso di ospitarlo l’anno prossimo qui, a Cipro. Come Chiesa locale, noi offriremo i nostri buoni servigi per un esito positivo, perché non è ammissibile che la Chiesa di Cristo sia divisa: la Chiesa deve avere un pastore, deve essere un popolo, un gregge. Non si può continuare a vedere la Chiesa spezzettata: la Chiesa dev’essere unita. E noi faremo di tutto per gettare ponti per unire questa Chiesa.







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