Nuovo appello dei vescovi statunitensi in difesa della vita
Un appello alla difesa della vita e la disponibilità a lavorare con il presidente
eletto Obama “per il bene comune di tutti”. Sono i due punti cardine del documento,
riportato dall'Osservatore romano, presentato ieri al termine dell’Assemblea plenaria
dei vescovi statunitensi tenutasi a Baltimora. “Esprimiamo il desiderio di lavorare
con tutti quelli che hanno a cuore il bene comune della nostra nazione”. E’ la speranza
espressa dai vescovi statunitensi nei confronti della nuova amministrazione di Obama.
I presuli precisano però che “il bene comune non è la somma totale degli interessi
individuali ma si raggiunge lavorando insieme in una vita comune basata sul buon senso
e sulla buona volontà di tutti”. Il bene fondamentale, aggiungono, “è la vita stessa,
dono di Dio e dei nostri genitori”. “Un buono Stato – si legge nella dichiarazione
finale del cardinale Francis Eugene George, presidente della Conferenza episcopale
degli Stati Uniti – protegge la vita di tutti”. Proprio sull’aborto si fa decisa la
posizione dei vescovi che, rivolgendosi al presidente eletto Obama, parlano di un’unità
del Paese “impossibile da raggiungere” se si incrementano i ricorsi “alle politiche
aggressive, legislazioni e decreti pro-aborto”. “L’aborto – aggiungono – non uccide
solo i bambini, distrugge l’ordine costituzionale e il bene comune, che è assicurato
solo quando la vita di ogni essere umano è legalmente protetta”. Riferendosi alle
elezioni, i vescovi – evidenziandone la portata storica - sottolineano che a pesare
sul voto è stata “la preoccupazione degli americani per l’economia”, non si tratta
dunque di “un referendum sull’aborto”. Infine la Conferenza episcopale statunitense
ribadisce la propria opera a favore della “giustizia economica” e delle “pari opportunità
per tutti”, per “modificare le leggi sull’immigrazione”, per un’assistenza adeguata
soprattutto nei confronti di donne e bambini e nel “desiderio di salvaguardare la
libertà religiosa”, "diffondendo pace entro e oltre – aggiungono - i nostri confini
nazionali”. (A cura di Benedetta Capelli)