La plenaria delle COMECE riflette sulle sfide per l'Europa
E’ centrata sull’analisi de “Le sfide attuali per l’Europa” la plenaria della Commissione
degli episcopati della Comunità europea (COMECE), che ha aperto ieri i lavori a Bruxelles.
Fra i temi in esame – si legge in una nota del Sir - la crisi “costituzionale” seguita
al referendum irlandese di giugno, il conflitto Russia – Georgia, la “drammatica crisi
finanziaria” e le sue conseguenze economiche, sociali e politiche. Grande attenzione
anche alle problematiche relative al cambiamento climatico e alla spirale di attacchi
contro i cristiani nel mondo. Sul tema della crisi finanziaria è intervenuto in particolare
il presidente della COMECE, mons. Adrianus Van Luyn, che nella sua relazione ha sottolineato
come per “recuperare la nostra fiducia nei fondamenti del sistema economico e sociale
così gravemente sconvolto” sia necessario dotarsi di “regole e leggi migliori” e di
“maggiore competenza a livello europeo e internazionale al fine di prevenire un ulteriore
surriscaldamento dei sistemi finanziari collegati a livello globale”. Per mons. Van
Luyn “le cause più profonde della crisi finanziaria risiedono in un sistema di valori
fuorviante”, in una crisi spirituale e nella distorsione della gerarchia dei valori.
Oggi - ha aggiunto il presule - “il senso e il valore del lavoro dell’uomo sono passati
in secondo piano nella ricerca generale di profitto” e “le persone e il pianeta sono,
in ultima analisi, considerati solo in modo funzionale”, mentre invece è necessario
“guardare all’uomo nella sua interezza”. La crisi finanziaria ha concluso il presule
“dovrebbe condurci a interrogarsi sul perché oggi non vi siano più persone che riconoscono
nel messaggio cristiano di condivisione reciproca e di stile di vita sobrio, la chiave
del segreto di una vita buona e in definitiva felice”. Domande – ha detto – a cui
non possono rispondere i governi ma che interpellano piuttosto le autorità religiose,
chiamate – ha sottolineato – ad impegnarsi “con più zelo e creatività per rendere
la fede più accessibile” e per un “coerente esempio di vita vissuta”. (C.D.L.)