2008-11-13 15:10:37

La Conferenza Internazionale sulla pastorale nella cura dei bambini malati aperta dal cardinale Lozano Barragán


Sono 43 i relatori previsti nei tre giorni della XXIII Conferenza Internazionale promossa e organizzata dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sul tema: “La pastorale nella cura dei bambini malati”. Si è aperta questa mattina in Vaticano con l’intervento del cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del dicastero e si avvale in particolare del contributo di quanti seguono e sostengono i bambini in situazione di malattia. Ha seguito i lavori stamane Fausta Speranza. RealAudioMP3

"Aproximar el niño precisamente al Señor Jesús…" 
Accompagnare il bambino malato alla vicinanza di Dio, far sì che lo Spirito Santo gli sia accanto nel dolore, che la sofferenza sia occasione di scoperta del Vangelo. E’ l’impegno sul quale si è soffermato il cardinale Javier Lozano Barragán. Certamente anche solo parlando di bambini, i problemi da citare sono molti. Il cardinale Barragán ha ricordato le guerre, ma anche le condizioni insalubri per l’inquinamento in cui vivono tanti bimbi in tante parti del mondo e il flagello dell’Aids. Per ribadire che accanto all’impegno di alleviare la sofferenza nel fisico, accanto a sentimenti e azioni di compassione, bisogna pensare all’anima di questi bimbi, confidando in quella che ha definito la forza evangelica. Il pensiero va ai bambini dei Paesi poveri, ma il cardinale Barragán ha raccomandato di tenere presente quella che ha definito "l’allarmante situazione nei Paesi ricchi", dove un bambino su sei vive sotto il livello di povertà e dove - ha affermato - "molte famiglie hanno rinunciato al loro lavoro educativo". Molti bambini adolescenti sono abbandonati – ha aggiunto – e l’ambiente in cui vivono è dominato da Internet e dalla televisione. Ha citato drammatici fenomeni, come il commercio sessuale, la pedofilia, la violenza nelle scuole, crimini e bullismo. C’è stato poi l’intervento del dott. Arcadi De Arquer, pediatra, segretario dell’Associazione Medici Cristiani di Catalogna, in Spagna, che ha tracciato una storia delle cure dei bimbi malati nel mondo, indicando l’obiettivo di un futuro di cure sempre più umane e lanciando un avvertimento: 
“Una sociedad que hace todo lo posible para que existan menos niños...
A volte la società fa di tutto per avere sempre meno bambini e li cura sempre peggio”.

Tra tante problematiche, è stato con l’intervento della dott.ssa Marina Cuttini, primario all’ospedale pediatrico Bambin Gesù, che è emerso un dato positivo: la mortalità infantile è passata dai 20 milioni all’anno, di 50 anni fa, a meno di dieci milioni di decessi. Bisogna, però, dire che il 99 per cento riguarda Paesi in via di sviluppo. E la dott.ssa Cuttini, tra l’altro, ha ricordato quanto siamo lontani dal raggiungimento dei cosiddetti obiettivi del millennio. Alcuni dati: 50 mila bambini non vengono registrati alla nascita ogni anno. Viene loro negato, dunque, il primo basilare diritto umano, quello di avere un’identità legale. Questo accade in percentuali diverse nel mondo: 
“Più alta nel sud dell’Asia - 63 per cento – e anche nell’Africa subsahariana. E se prendiamo Paesi meno sviluppati, arriviamo a percentuali del 71 per cento”. 
Ha ricordato, poi, che sono oltre 2 miliardi i bambini nel mondo e che 559 milioni di loro hanno meno di cinque anni. Rappresentano, dunque, il 40 per cento della popolazione mondiale. Per quanto riguarda le nascite, sono 135 milioni all’anno di cui almeno il 90 per cento avvengono in Paesi meno industrializzati, con cifre agghiaccianti sulle donne che muoiono di parto: sono mezzo milione ogni anno. E agghiacciante è anche la disparità delle condizioni di assistenza sanitaria, a partire dalla nascita, tra bimbi ricchi e bimbi poveri, tra maschi e femmine.







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