Indonesia: il declino delle scuole cattoliche al centro della plenaria dei vescovi
I vescovi indonesiani sono preoccupati per il declino delle iscrizioni e della qualità
delle scuole cattoliche nel Paese. La preoccupazione è emersa dalla loro assemblea
plenaria annuale in corso in questi giorni a Giakarta e dedicata appunto al tema “L’istituto
educativo cattolico: un mezzo per l’annuncio del Vangelo, che deve distinguersi e
stare accanto ai deboli”. La riunione – riferisce l’agenzia Ucan - è stata preceduta
da un incontro di studio di due giorni, in cui i vescovi e educatori cattolici hanno
cercato di capire le cause e i possibili rimedi alla crisi, che in questi ultimi cinque
anni ha portato alla chiusura di diversi istituti. Una recente indagine condotta dalla
Commissione per l’educazione della Conferenza episcopale indonesiana su una trentina
di scuole primarie e secondarie cattoliche ha rivelato che in quattro anni 19 hanno
perso in tutto circa 20mila studenti. Di altri 12 istituti di educazione superiore
presi in esame, 10 hanno subìto, nello stesso periodo, un calo complessivo di 17mila
studenti. “Il risultato di questo declino – evidenziano le raccomandazioni finali
dell’incontro sottoposte poi ai vescovi – è che la Chiesa sta perdendo uno dei luoghi
privilegiati in cui annunciare il Vangelo ai giovani”. Tra le cause della crisi il
documento segnala insufficienti risorse umane, problemi finanziari e di cattiva gestione,
ma anche il declino demografico. Il segretario esecutivo della Commissione episcopale
per l’educazione, fratel Heribertus Sumarjo ha evidenziato anche il basso livello
di preparazione del corpo insegnante e l’inadeguatezza delle strutture. Tra i rimedi
proposti: l’istituzione di scuole di specializzazione per insegnanti, la promozione
di corsi di aggiornamento e di formazione alla fede, la ricerca di nuove fonti di
finanziamento anche tramite campagne di raccolta fondi e una gestione più di trasparente.
È stata inoltre ribadita la necessità di preservare l’identità degli istituti cattolici
e di riservare un’attenzione particolare agli studenti più svantaggiati. I vescovi
devono ora approvare la versione finale delle proposte che entreranno a fare parte
di un nuovo piano educativo nazionale per le scuole cattoliche. (L.Z.)