Filippine: allarme sequestri per i religiosi stranieri a Mindanao
E' alto l’allarme sequestri per i religiosi stranieri che operano a Mindanao, nel
sud delle Filippine, sui quali pende la minaccia di rapimenti da parte di bande armate
e gruppi affiliati ad Abu Sayyaf, la cellula locale di al Qaeda. La conferma arriva
da padre Sebastiano d’Ambra, missionario del Pime e presidente del movimento per il
dialogo interreligioso Sillasilah, il quale all'agenzia AsiaNews conferma che “alcuni
preti a Zamboanga del sud, girano con la scorta” per proteggersi contro tentativi
di rapimento. La minaccia è ribadita anche dall’esercito filippino, che ha rafforzato
le misure di sicurezza per proteggere i religiosi che lavorano in alcune aree definite
critiche. Il missionario del Pime lancia un appello ai leader del governo locale perché
mettano fine alla pratica dei sequestri: “Non basta condannare. Ciascuno deve assumersi
le proprie responsabilità”. Da Basilan non si hanno novità sul sequestro di Merlie
“Millet” Mendoza, ancora nelle mani dei rapitori. Al-Rasheed Sakalahul, vice-governatore
di Basilan e a capo dei negoziati per ottenere il rilascio della volontaria, riferisce
di aver affidato ai membri del Fronte islamico Moro (Milf) il compito di ottenere
il rilascio della donna; nessuna notizia, invece, in merito al sequestro di Joed Anthony
Pilanga, studente di infermieristica all’università dei gesuiti di Zamboanga. I familiari
di Merlie Mendoza dicono di aver ricevuto una richiesta di riscatto di un milione
e mezzo di dollari Usa, mentre i parenti di Pilanga parlano di una somma che si aggira
sui 400mila dollari. (R.P.)