Elezioni in Nicaragua: i vescovi denunciano l'irregolarità del voto
I vescovi del Nicaragua denunciano le irregolarità delle elezioni municipali svoltesi
nel Paese domenica scorsa. Secondo i risultati pubblicati sul sito del Consiglio supremo
elettorale, con l'86% delle schede scrutinate, il Fronte sandinista al governo ha
conquistato il 48,24% dei voti e 91 dei 146 comuni in palio, fra i quali la capitale,
Managua. Queste irregolarità – affermano i presuli – mettono a repentaglio la democrazia.
Contesta il voto anche il Partito liberale costituzionale, all’opposizione, che ha
presentato ricorso. Il servizio di Luis Badilla. I
contrasti sono iniziati domenica scorsa in merito al candidato a sindaco della capitale,
Managua. Mentre l’esponente governativo, il sandinista Alexis Argüello, ex campione
mondiale di pugilato, assicurava di aver vinto, il suo rivale, ex candidato liberale
alle presidenziali, Eduardo Montealegre, denunciava “gravi irregolarità e frodi” e
“il comportamento frettoloso del Tribunale elettorale” nel dichiarare in vantaggio
il Fronte sandinista del presidente Daniel Ortega. Di qui le denunce di irregolarità
si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il Paese: diversi partiti, ONG e gruppi
di osservatori, in linea con le accuse del Partito liberale costituzionale, che ''non
riconosce assolutamente i risultati provvisori attuali”, hanno chiesto ''un nuovo
conteggio delle schede”. Ci sono stati anche numerosi scontri in diverse località
del Paese tra sostenitori del governo del presidente Ortega e militanti dei gruppi
e partiti oppositori: la stampa locale ha parlato di due vittime, anche se le autorità
non hanno rilasciato una versione ufficiale sui fatti denunciati. In questo delicato
contesto, in un Paese che negli anni ‘80 ha vissuto una terribile guerra interna per
motivi politici ed ideologici, i vescovi nicaraguensi sono tornati ad elevare la loro
voce, angosciata e preoccupata, anzitutto per “chiedere calma e serenità” e poi “onestà,
trasparenza e certezza da parte di tutti gli attori del processo”, in particolare
- ha detto mons. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua - “da parte del Tribunale
elettorale che è chiamato a chiarire ogni dubbio evitando così il sorgere della delusione
e della sfiducia”. Il segretario dell'Episcopato mons. Sócrates René Sándigo Jirón,
ha fatto riferimento "a contestazioni ambigue in alcuni seggi elettorali, alla mancanza
di accreditamento ufficiale per osservatori locali e internazionali, alla chiusura
anticipata di molti seggi, all'espulsione di alcuni rappresentanti di lista, all'incoerenza
tra gli atti firmati dagli scrutatori nei seggi e la documentazione diffusa dal Tribunale
elettorale". I vescovi, lanciano un urgente appello a tutti i membri del Tribunale
per chiedere loro di agire con imparzialità “per rispettare il voto e la coscienza
del popolo” chiedendo “la revisione e il controllo degli atti in possesso dei partiti,
così come sono stati firmati al momento della chiusura dei seggi" e i documenti pervenuti
al Tribunale. I vescovi lanciano infine un accorato appello affinché tutti lavorino
per "evitare qualsiasi forma di violenza". I presuli si rivolgono "all'impresa privata,
al Corpo diplomatico e agli organismi internazionali perché non facciano mancare il
loro sostegno alle istituzioni democratiche” soprattutto in questa difficile situazione
in cui la cittadinanza “esige un processo elettorale totalmente legittimo".