Appello del nunzio in Kenya, mons. Lebeaupin: i rapitori liberino le religiose italiane
sequestrate al confine con la Somalia
Ancora nessuna novità sulla sorte delle due missionarie italiane, suor Caterina Giraudo
e suor Maria Teresa Oliviero, rapite l’altro ieri in un villaggio al confine tra Kenya
e Somalia. L’evolversi della situazione viene seguito da vicino in Vaticano e con
grande partecipazione al “Movimento Contemplativo Missionario Padre Foucauld” di Cuneo,
del quale fanno parte le due religiose. Intanto, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta
sul sequestro. Sul modo in cui la Chiesa keniana sta vivendo questa vicenda, Alessandro
Gisotti ha raccolto la testimonianza del nunzio apostolico in Kenya, mons.
Alain Paul Lebeaupin, raggiunto telefonicamente a Nairobi:
R. - C’è
una grande preoccupazione, perché questo non era mai successo prima in Kenya. Non
abbiamo molte notizie, purtroppo. Almeno per quanto è di mia conoscenza, non abbiamo
notizie ad eccezione di come sono state rapite. Conosco un po’ la spiritualità delle
suore: erano in una zona principalmente musulmana, ma non abbiamo mai avuto problemi
con la comunità musulmana. Lì, le suore testimoniavano la presenza di Gesù Cristo
secondo la spiritualità del Beato Charles de Foucauld. Questo vuol dire
una presenza forte di testimonianza. C’era una presenza anche caritatevole, molto
discreta, tutta basata sull’essere accanto alla gente. Dunque, c’è una grande preoccupazione
perché non vogliamo affatto che tutto questo ci porti a considerare che c’è un problema
con il mondo dell’islam: questo è importante dirlo. Tutti in Kenya sanno del rapimento,
tutti sono costernati per il quanto accaduto e dunque c’è una vera partecipazione
della Chiesa. Stamattina, ho parlato io stesso con il vescovo della zona, con la superiora
regionale delle suore, che vedo anche molto serene perché sono suore che hanno vissuto
a lungo - più di 20 anni - nella regione: conoscono la gente, parlano bene la loro
lingua.
D. - La speranza è di un rilascio immediato,
anche sicuramente la sua speranza: un suo appello in questo senso…
R.
- Tutti speriamo che, il più rapidamente possibile, siano rilasciate le suore. La
loro testimonianza risalta maggiormente in questa vicenda. Ovviamente tutti chiediamo,
preghiamo per il rilascio delle suore. In questa situazione, le suore sono l’elemento
che fa notizia oggi: però, nello stesso momento, sappiamo che c’è gente che nella
zona soffre per una tale situazione, anche e non solo per il rapimento delle suore.
E’ utile che preghiamo e speriamo che il cuore di chi le ha rapite capisca che questo
non è la strada giusta.