2008-11-11 14:41:37

Aperta in Messico l'86.ma Assemblea plenaria dei vescovi


“La sproporzione tra le nostre forze e la portata del compito al quale siamo chiamati come evangelizzare la cultura, la politica, l’economia e le comunicazioni sociali, è gigantesca e abissale anche perché a ciò dobbiamo aggiungere l’esistenza di un contesto avverso prodotto da inerzie storiche e pregiudizi che a volte sembrano imbattibili”. Così, ieri, mons. Carlos Aguiar, vescovo di Texcoco e presidente della Conferenza episcopale messicana, che con una solenne concelebrazione eucaristica presso il Santuario della Madonna di Guadalupe, ha aperto i lavori della sua 86.ma Assemblea plenaria. Nella sua omelia mons. Aguiar ha aggiunto che “il Paese ha sete di giustizia, esige equità economica e più opportunità nell’educazione nonché posti di lavoro. Esige anche più etica e più morale quali antidoti contro la disintegrazione sociale poiché desidera la vita e non la morte, pensa al futuro e ha speranza”. “I valori evangelici – ha proseguito - sono la risposta: Cristo è il cammino, la verità e la vita. Noi, nella fede, abbiamo l’eredità migliore per ciascuno e per ogni nostro fratello, per tutti i figli di questa patria. Ora dobbiamo organizzare i nostri sforzi in comunione mettendo a disposizione le nostre capacità per fare del Vangelo la buona notizia di cui ha bisogno il Messico”. Il presidente dell’Episcopato messicano ha incentrato le sue riflessioni sulla figura di Paolo, “servitore di Dio e discepolo di Gesù Cristo”, capace di scoprire il “momento opportuno della promessa del Padre”, consapevole della sua missione che è quella di continuare la predicazione del Figlio. Questi tre elementi: “momento opportuno, coscienza della vocazione e missione”, ha rilevato mons. Aguiar, “sono le linee-guida di questa 86.ma Plenaria il cui scopo sarà di chiarire, rinvigorire e rinforzare, alla luce di Aparecida e della nostra lettera pastorale del 2000, la missione specifica e propria dei laici” quali protagonisti “del lancio della Missione continentale in Messico”. I laici che prenderanno parte ai lavori della Plenaria così come tutti i laici messicani, ha proseguito il presule, sono consapevoli che la loro “missione nel mondo non è per niente facile”. Le sfide sono gigantesche. “Viviamo in un ambiente anticlericale e secolarizzante che pretende di ridurre e limitare la missione della Chiesa alla sola sua dimensione cultuale”. Ogni tentativo di portare il lievito del Vangelo alla cultura, alla politica, all’economia e ai mass-media spesso viene rifiutato o squalificato con luoghi comuni come: «la Chiesa cerca il potere», «la Chiesa violenta lo stato laico» oppure la «la Chiesa frena la modernità». Invitando tutti i cattolici, in primo luogo i pastori e in particolare i vescovi, “maestri di fede”, mons. Carlos Aguiar ha voluto ricordare, a conclusione della sua omelia, la necessità di “prendere coscienza del momento storico che si vive”; a prendere coscienza del fatto di essere, come l’Apostolo Paolo, “servitori di Dio e apostoli di Gesù Cristo”. “Siamo chiamati, ha concluso mons. Carlos Aguiar, a vedere la promessa compiuta nella nostra missione e alla quale siamo stati chiamati dalla Grazia. Questa missione non è nostra, è di Dio; suo è il progetto, noi siamo solo servitori, collaboratori, appunto apostoli”. I lavori della Plenaria episcopale messicana si concluderanno venerdì 14 e come è stato anticipato, i presuli pubblicheranno un documento riassuntivo delle loro riflessioni e degli orientamenti pastorali, in particolare quelli sul lancio della Missione continentale.(A cura di Luis Badilla)







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