Alla presentazione della 23.ma Conferenza sulla pastorale sanitaria, il cardinale
Barragán ribadisce il "no" alla ricerca sulle staminali embrionali
Nella sala stampa della Santa Sede è stata presentata stamani la XXIII Conferenza
internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, in programma
da giovedì a sabato prossimi in Vaticano. Alla presentazione della Conferenza, incentrata
sul tema voluto da Benedetto XVI “La Pastorale nella cura dei bambini malati”, ha
partecipato tra gli altri anche il presidente del dicastero, il cardinale Lozano Barragán.
Il porporato ha ricordato che ogni anno sono oltre quattro milioni i neonati che muoiono
nei primi 26 giorni di vita. Il compito pastorale - ha aggiunto il cardinale - è quello
di sostenere spiritualmente, con i sacramenti e le preghiere, i minori infermi. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
Orientare
la Parola di Dio verso un’adeguata pastorale nella cura dei bambini malati significa
innanzitutto - ha affermato il cardinale Barragán - comprendere le cause di profonde
sofferenze. I conflitti armati, in particolare, hanno provocato nello scorso decennio
la morte di oltre due milioni di bambini. Più di 6 milioni sono rimasti invalidi e,
recentemente, sono stati reclutati almeno 300 mila bambini-soldato. Un altro flagello
è quello della povertà, che resta la principale causa delle malattie dell’infanzia:
in un mondo dove sono un miliardo e duecento milioni le persone che vivono con meno
di un dollaro al giorno, sono oltre 4 milioni e 300 mila i bambini morti di AIDS.
Più di 14 milioni sono gli orfani a causa di questa malattia ed ogni giorno, solo
in Africa, settemila sono colpiti dal virus. C’è comunque da sottolineare - ha spiegato
il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari - che la mortalità
infantile è passata dai 20 milioni annui di 50 anni fa agli attuali 9,7 milioni di
decessi all’anno. Dall’analisi della situazione si deve poi passare all’azione. Di
fronte al dramma dei bambini malati, la Chiesa ha la responsabilità non solo di assistere,
ma anche di formare nella fede i minori infermi. Una responsabilità che sarà al centro
della riflessione durante la Conferenza internazionale. L’obiettivo - ha osservato
il cardinale Barragán - è di rendere sempre più efficace l’azione di missionari, congregazioni
e diocesi:
“Desideriamo vivamente che la nostra
Conferenza internazionale disegni un futuro pieno di speranza per tanti bambini. Curando
il bambino malato, salviamo la sua vita e lo rendiamo capace di edificare un mondo
migliore, pieno delle meraviglie che il Signore ci regala”.
La
situazione è allarmante anche nei Paesi ricchi, dove un bambino su sei vive sotto
il livello della povertà. In diversi Stati, molte famiglie hanno rinunciato al loro
dovere educativo: molti bambini e adolescenti sono abbandonati e l’ambiente in cui
vivono - ha fatto notare il cardinale Barragán - è dominato da Internet e dalla televisione.
Il commercio sessuale, la pedofilia, la violenza nelle scuole, i crimini e le bande
organizzate sono fenomeni sempre più in espansione. Il presidente del Pontificio Consiglio
per gli Operatori Sanitari ha poi fatto riferimento a questioni di stretta attualità.
Rispondendo in particolare ad una giornalista - che chiedeva un commento alle ultime
dichiarazioni del neopresidente americano, Barack Obama, a proposito di finanziamenti
alla ricerca sulle staminali - il cardinale Barragán ha ricordato che la Chiesa è
contraria all’utilizzo di cellule embrionali. E’ favorevole invece alla ricerca
su cellule staminali adulte:
“Ancora non è stato
scritto tutto sulle cellule staminali, che sono una promessa molto grande. Quando
si tratta di un ‘trapianto’ di cellule staminali che non metta in pericolo né il donatore
né il ricevente, tutto diventa ben accetto e non c’è alcuna questione”.
Durante
la conferenza stampa, è stato diffuso anche il Decalogo di assistenza integrale del
bambino malato, che sottolinea come il principale e primo dovere sia la cura integrale
del bambino: il nostro amore e la nostra opinione - si legge nel documento - si devono
sottomettere alla verità scientifica. “Di fronte al bambino malato non esistono condizionamenti
derivati da razza, nazionalità o religione”. Negli ospedali pediatrici - ha sottolineato
mons. José Redrado, segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari
- è necessario consolidare la nuova evangelizzazione e non lasciarsi vincere dalle
‘malattie del corpo’ che possono frenare l’entusiasmo evangelizzatore e ancor meno,
lasciarsi vincere dalle ‘malattie dello spirito'. Occorre esercitarsi piuttosto nei
doni dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé”.