Ricerca di Migrantes sullo stereotipo della "zingara rapitrice"
“La Zingara rapitrice”: si intitola così una ricerca commissionata dalla Fondazione
Migrantes della Conferenza episcopale italiana al Dipartimento di Psicologia e Antropologia
culturale dell’Università degli Studi di Verona, sui presunti tentati rapimenti,
addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 al 2007 in Italia. I casi sono
stati individuati e analizzati partendo dalle notizie fornite dalla stampa nazionale
e esaminati attraverso la consultazione dei fascicoli nei diversi tribunali italiani.
Dallo studio emerge che “non esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento.
Anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come
delitto tentato e non commesso”. Paolo Ondarza ne ha parlato con la curatrice
Sabrina Tosi Cambini dell’Università degli Studi di Siena:
R. – Non
esiste nessun rapimento oggettivo da parte di rom o sinti nei confronti di un minore
italiano. Quello che possiamo riscontrare nei nostri casi analizzati, che sono circa
40, è che si ripete un “canovaccio” di elementi – donne contro donne, luoghi affollati
- ma non c’è mai un testimone … Poi, in tribunale, il fatto contestato è sempre legato
al delitto tentato. Quindi, non stiamo mai a discutere di un fatto oggettivamente
accaduto.
D. – E il tentativo non viene mai dimostrato?
R.
– Sì, ci sono due condanne. Una per un caso di Desenzano del Garda e l’altro qui,
di Roma.
D. – Ecco, la parte significativa di questa
ricerca riguarda le responsabilità della stampa …
R.
– Sì. Cosa avviene? Subito la stampa dà la notizia come se fosse accaduto realmente
qualcosa. Quindi, subito “rom” o “zingaro” o “nomade tenta di rapire bambino”. Ovviamente,
questo ha un forte impatto. Quando le forze dell’ordine fanno i dovuti controlli e
viene fuori che si tratta di un equivoco, non se ne parla, non fa scalpore! Ecco,
io direi che la dimensione etica del giornalista dovrebbe essere sempre messa in primo
piano rispetto al fare notizia.
D. – Perché c’è un
terreno tanto fertile quando un giornale riporta la notizia del rapimento? Perché
c’è un pregiudizio di fondo? Perché a volte dei casi singoli di condotta non proprio
esemplare da parte proprio delle comunità rom e sinti possono aver dato adito a queste
interpretazioni?
R. – Ma, in realtà – secondo me
– c’è una generalizzazione: cioè, su rom e sinti c’è proprio questo pregiudizio, questo
luogo comune del 'bambino rubato dalla zingara'. Quindi, lì si lavora su uno stereotipo
che esiste da moltissimo!