L’insegnamento della religione cattolica scelto dalla maggioranza degli alunni
italiani
“In una società sempre più connotata in senso multietnico e multiculturale”, l’insegnamento
della religione cattolica “può essere anche un utile spazio di integrazione, aiutando
gli stranieri presenti nel nostro Paese ad accostare valori e tradizioni che sono
largamente segnati dalla presenza di uno specifico patrimonio storico e artistico,
permeato profondamente dallo spirito cristiano”. È quanto si legge nel messaggio della
CEI per l’insegnamento delle religione cattolica (IRC) relativo all’anno scolastico
2009-2010, diffuso oggi dal Sir. Nel 2008, stando ai dati CEI, l’IRC è stato scelto
da una larga maggioranza, cioè dal 91,1% delle famiglie e degli alunni. Tale dato
sale al 91,8% se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole cattoliche. Secondo
i vescovi italiani, a scuola si decide “in larga misura il destino personale di ciascuno”:
di qui l’impegno della CEI, “nel favorire l’educazione delle giovani generazioni,
come punto fermo di ogni autentico sviluppo sociale e culturale”. In tale contesto,
per i vescovi “si inserisce a pieno titolo l’insegnamento della religione cattolica,
che favorisce la riflessione sul senso profondo dell’esistenza, aiutando a ritrovare,
al di là delle singole conoscenze, un senso unitario e un’intuizione globale”. Ciò
è possibile, si legge nel messaggio, “perché tale insegnamento pone al centro la persona
umana e la sua insopprimibile dignità, lasciandosi illuminare dalla vicenda unica
di Gesù di Nazaret”. L’insegnamento della religione cattolica, per la CEI, “risveglia
il coraggio delle decisioni definitive, al di là dell’erosione dei valori e della
figura stessa dell’uomo, ambiguamente divulgata da non poche correnti del pensiero
contemporaneo. Attraverso il suo percorso didattico, secondo le finalità tipiche della
scuola – la conclusione del messaggio - l’IRC non minimizza la fatica del conoscere
e si inserisce attivamente nell’impegno della scuola italiana a far fronte alle esigenze
delle nuove generazioni”. (V.V.)