2008-11-10 16:12:53

Il Kerala festeggia, con il cardinale Sandri, suor Alfonsa, prima santa indiana


Oltre 100mila persone hanno preso parte a Bharananganam in Kerala, ai festeggiamenti per la proclamazione della prima santa indiana, la religiosa clarissa Alfonsa dell'Immacolata Concezione, canonizzata lo scorso 12 ottobre da Benedetto XVI. A caratterizzare la giornata di ieri, l’ultima delle nove dedicate ai festeggiamenti, sono state le presenze del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali e dell’ex presidente indiano Abul Kalam. La grande funzione si è svolta alla chiesa di St. Mary a Bharananganam, - riferisce l'agenzia Asianews - dove santa Alfonsa è sepolta. Vi hanno preso parte oltre cinquanta vescovi insieme a numerosi presuli di altre denominazioni e Chiese sorelle. Hanno partecipato anche personaggi politici nazionali, come il leader dell’opposizione Ommen Chandi e ministri dello Stato. Tra i presuli erano presenti il cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei siro-malabresi, l’arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi, Moran Baselio Cleemis ed il nunzio apostolico in India monsignor Pedro Lopez Quintana. Rivolgendosi ai presenti, l’ex presidente Kalam ha affermato che” il più grande onore che possiamo dare alla memoria di sant’Alfonsa è quello di imitare gli ideali di amore e compassione per cui lei ha vissuto la sua breve vita di sofferenze, pene e preghiera”. “Ognuno di noi deve far voto di operare almeno una volta al mese per alleviare le pene degli ultimi, come sant’Alfonsa ci ha mostrato con il suo esempio” ha detto Kalam. L’ex presidente ha poi letto una sua breve poesia in onore della religiosa, nella quale ha invocato la benedizione “della terra dove sant’Alfonsa ha camminato con noi” e ricordato come essa “abbia desiderato le più grandi altezze e così realizzato le cose più grandi”. Dal canto suo il cardinale Sandri, giunto in India il 5 novembre scorso, ha preso parte a diverse iniziative dedicate alla religiosa clarissa e presieduto la messa celebrata ieri, secondo l’intenzione di preservare la libertà religiosa in questa “terra di non violenza”. Indicando la non violenza come unica strada per combattere la violenza, il cardinale ha ricordato le brutalità commesse nell’Orissa a danno della locale comunità cristiana. Degli avvenimenti che da fine agosto hanno registrato oltre 100 morti e una drammatica escalation di atti disumani, il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali aveva parlato anche il 6 novembre con il cardinale Varkey Vithyathil. Nell’occasione aveva detto all’arcivescovo siro-malabrese che “Orissa è un nome vivo nei nostri cuori e sulle nostre labbra come per tutto il popolo europeo; siamo con la chiesa perseguitata. Chiediamo le libertà religiosa - ha detto il porporato - per vivere liberamente ed in pace”. (R.P.)







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