Il cardinale Martino ha inaugurato a Bangkok il Congresso sulla pastorale dei migranti
in Asia
"La composizione delle attuali migrazioni così come lo sviluppo dell'ecumenismo,
richiede una visione ecumenica anche di questo fenomeno, per la presenza in aree tradizionalmente
cattoliche di migranti cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica".
Il cardinale Renato Raffaele Martino ha reso questa affermazione ieri in apertura
del Congresso internazionale promosso a Bangkok dal suo dicastero, il Pontificio Consiglio
per la Pastorale dei Migranti, per affrontare la questione della mobilità umana in
Asia. Proponendo l'Istruzione Erga migrantes caritas Christi, pubblicata nel
2004,come "risposta ecclesiale ai nuovi bisogni pastorali anche per i migranti"
del continente asiatico, il cardinale ha riproposto per sommi capi il magistero ecclesiale
in materia di migranti a partire dall'Exsul famiglia, la Costituzione Apostolica
pubblicata da Pio XII nel 1952, considerata la "magna charta" magisteriale sulla migrazione.
Esaminando
la situazione dei nostri tempi il cardinale Martino ha sottolineato che "il fenomeno
delle migrazioni attuali rappresenta il movimento più grande di persone di tutta la
storia. Negli ultimi decenni, questo fenomeno, che riguarda oltre duecento milioni
di persone, è divenuto un evento che influisce sulla struttura della nostra società
e comprende realtà complesse sociali, culturali, politiche, economiche, religiose
e pastorali". Tuttavia, ha osservato ancora, l'Ergas migrantes caritas Christi
continua a rappresentare "una concreta risposta alle situazioni più disparate che
riguardano il mondo della mobilità umana". Tra gli aspetti più significativi il cardinale
ha voluto sottolineare l'invito al dialogo contenuto già nell'Istruzione. "Il dialogo
tra le religioni - ha detto - è anch'esso chiamato in gioco, per il crescente numero
di immigrati che appartengono ad altre religioni, in particolare musulmani". Gli incontri
tra popoli e gruppi "che storicamente sono vissuti lontani inevitabilmente crea problemi
che rendono dunque necessario costruire i presupposti per una nuova vita insieme.
Il dialogo - ha affermato il porporato - è l'elemento indispensabile in questo progetto,
e anzi un requisito non negoziabile, poiché le migrazioni richiedono un'interazione
di profondo spessore umano, religioso e culturale con persone e gruppi".
Infine,
il cardinale Martino ha ricordato la necessità di cercare un nuovo ordine economico
internazionale nel quale, ha auspicato, "i beni del mondo siano distribuiti in maniera
più equa, e in cui la comunità globale venga vista come una famiglia di popoli e
nella quale venga applicato il diritto internazionale a tutti". (A cura di Alessandro
De Carolis)