Inaugurato l’Anno Accademico dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio
e Famiglia
“Nel contesto socio-culturale del nostro tempo, nessuno può esimersi dal portare il
suo contributo ragionevole e credibile alla vera concezione del matrimonio e della
famiglia, radicati nel nucleo più intimo della verità sull’uomo e sul suo destino.
L’Istituto Giovanni Paolo II lo fa con gli strumenti che gli sono propri: la ricerca,
lo studio, l’indagine appassionata sul matrimonio e la famiglia e sul valore insindacabile
della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Così il card. Agostino Vallini,
Vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha inaugurato ieri l’Anno Accademico del
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia. Una
realtà a carattere internazionale, con studenti e docenti provenienti dai cinque continenti,
che, con l'aiuto delle varie scienze umane, offre un contributo di riflessione filosofica,
teologica e pastorale, sulla verità circa la persona, il matrimonio e la famiglia.
Una missione ricordata durante la cerimonia dal preside dell’Istituto, mons. Livio
Melina, che ha sottolineato come siano necessari “creatività e rigore scientifico”
“proseguire il lavoro di ricerca e di formazione mostrando la grandezza e la bellezza
del “mistero nuziale”, nel quale si esprime la vocazione dell’uomo e della donna ad
essere immagine e somiglianza del Dio creatore”. Momento centrale della cerimonia
è stata infine la prolusione affidata a mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio
Consiglio della Cultura, sul tema: “Come vite feconda e virgulti di ulivo. Spunti
di teologia biblica matrimoniale e familiare”. Citando alcuni testi biblici mons.
Ravasi ha messo in evidenza la grandezza e la bellezza della vocazione della famiglia,
secondo la quale – ha detto - “la famiglia non è una monade chiusa, ma è aperta all’intera
società” e nella relazione di amore che la fonda, “la persona non perde la propria
identità nella donazione all’altro ma ha proprio bisogno di quest’altro per trovare
se stessa”. Citando l’autore francese François Mauriac, Mons. Ravasi ha concluso indicando
come nella famiglia incontriamo “il più bello dei miracoli benché sia anche il più
comune”. (C.D.L.)