Dopo l'elezione di Obama, dall'Australia l'appello di un attivista aborigeno
“Il neo-eletto presidente degli Stati Uniti ha avviato un dialogo, dobbiamo cominciare
e portare a termine lo stesso percorso qui, nel nostro paese”: trae nuove forze dal
voto americano Patrick Dodson, storico attivista per i diritti degli aborigeni dell’Australia,
che ha ricevuto oggi il Premio di Sydney per la pace. In un intervento nel corso della
cerimonia all' ‘Opera House’, Dodson ricorda l’impegno di Obama a sostegno dei nativi
americani e chiede al governo e ai propri connazionali la stessa assunzione di responsabilità.
L’attivista, riferiscono oggi giornali ed emittenti radiotelevisive australiane riprese
dall'agenzia Misna, chiede che gli aborigeni siano ricompensati dei torti subiti dai
colonizzatori bianchi e che la proprietà tradizionale dei territori indigeni sia riconosciuta
dalla Costituzione. Dodson contrappone il “dialogo” avviato da Obama con il carattere
unilaterale di alcune decisioni dell’amministrazione di Canberra, definendo “rozzo,
razzista e malpensato” un piano del governo per contrastare le conseguenze dell’alcolismo
presso alcune comunità di nativi. “Il fallimento del governo di avviare un negoziato
sulle sue politiche per la società aborigena dei Territori del nord – sostiene l’attivista
- sarà ricordato dagli australiani come un modello del peggior tipo di imposizione”.
Il Premio di Sydney per la pace è un riconoscimento internazionale, già conferito
tra gli altri all'ex-diplomatico svedese Hans Blix per il suo impegno in favore del
disarmo nel mondo. (R.P.)