2008-11-05 15:27:45

Congo: il leader dei ribelli minaccia di attaccare Kinshasa


Il mondo della politica cerca nuove soluzioni alla grave crisi nella Repubblica Democratica del Congo: sulla drammatica situazione nella martoriata regione congolese del Nord Kivu si terrà venerdì 7 a Nairobi, in Kenya, un vertice internazionale. Il leader dei ribelli, l’ex generale Laurent Nkunda, ha minacciato intanto di far marciare i suoi uomini verso la capitale Kinshasa se il governo continuerà a rifiutarsi di negoziare. Sul versante umanitario lo scenario è poi sempre più preoccupante, come spiega al microfono di Giovanni Augello un missionario italiano che da più di 30 anni opera nel Sud Kivu e che, per motivi di sicurezza, preferisce mantenere l'anonimato:RealAudioMP3

R. - La gente vive una situazione drammatica anche perché è stata dimenticata per mesi, se non per anni. La questione umanitaria, nonostante tutto l’allarme sollevato, è stata messa in seconda linea. La gente da mesi si sposta da una parte all’altra della zona, sapendo che la regione è molto alta: si arriva fino ai 2300 metri. Siamo poi nella stagione della piogge e quindi fa freddo e c’è vento. Piove regolarmente, minimo una volta o due al giorno. Questa gente è abbandonata e senza tende. Ha mezzi di fortuna e non può coltivare la terra. Adesso, con le piogge, è una situazione disperata che crea nell’animo della gente un sentimento non proprio di rabbia: è come se il mondo l’avesse dimenticata. La gente è inerme, sono contadini o pastori.

 
D. - La popolazione locale è a conoscenza di quel che sta accadendo e delle ragioni di questo conflitto?

 
R. - Sì, la gente lo sente, lo vive, lo subisce, perché non ha mezzi per poter reagire. C’è l’esercito nazionale, ma tutti sanno che è un esercito di "carta". Molti hanno amici, parenti e conoscenti nelle zone teatro del conflitto e quindi sanno esattamente tutto quello che succede. Per questo, la gente ha una reazione ostile alla presenza internazionale che dovrebbe assicurare la pace.

 
D. - Come riescono a giungere in zona le armi imbracciate dai guerriglieri, nonostante la presenza della missione ONU nel Paese?

 
R. - La ricchezza del Paese permette che la guerra non finisca. Sappiamo che durante tutti gli anni di questa guerra, alla base del conflitto ci sono state le risorse del territorio: il koltan, l’oro e i diamanti. Ora, è chiaro che con queste risorse si possono procurare tutte le armi che si vogliono. Le armi che attualmente posseggono - non parlo dell’esercito nazionale - sono abbastanza moderne. La missione dell’ONU è una missione di osservazione e quindi non previene determinate situazioni. E’ quello che la gente vede, sente, e non può più accettarlo perché, nonostante la presenza dell’ONU, le cose si fanno esattamente come se il contingente delle Nazioni Unite non fosse presente.

Russia
Poche ore dopo l’affermazione alle presidenziali statunitensi di Barack Obama, il presidente russo, Dimitri Medvedev, ha pronunciato il suo primo discorso alla nazione. Il capo del Cremlino ha affrontato soprattutto temi di politica estera. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

La speranza del presidente russo è che l’elezione di Obama porti ad un “nuovo respiro” nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. La crisi finanziaria internazionale - ha detto Medvedev - indica la necessità di riformare il sistema politico ed economico nel mondo. La Russia, in cooperazione con gli Stati Uniti e con l’Unione Europea - ha spiegato - farà tutto il possibile “per rendere il mondo più giusto e più sicuro”. Ma tra Washington e Mosca non mancano possibili motivi di frizione: il capo del Cremlino ha preannunciato l’installazione di basi missilistiche a Kaliningrad, sul Baltico, in risposta al dispiegamento del sistema di difesa americano in Polonia e nella Repubblica Ceca. Il capo di Stato russo ha poi fatto riferimento alla guerra in Georgia della scorsa estate, sottolineando come il conflitto sia stato “una conseguenza della politica” della passata amministrazione statunitense, che ha privilegiato “le decisioni unilaterali”. Medvedev ha infine preannunciato la sua intenzione di chiedere al parlamento l’emendamento della Costituzione per estendere a sei anni il mandato del presidente, attualmente di due anni.

Medio Oriente
In Medio Oriente, venti razzi lanciati da estremisti palestinesi hanno colpito questa mattina il sud di Israele senza provocare vittime. La radio militare dello Stato ebraico ha riferito che è stato proclamato lo stato di emergenza. L’attacco - il primo da quando lo scorso giugno è stato dichiarato il cessate-il-fuoco - è avvenuto dopo azioni mirate israeliane nella Striscia di Gaza, che hanno provocato la morte di sei miliziani di Hamas. Il movimento fondamentalista palestinese ha anche inviato un messaggio urgente all’Egitto, chiedendo un immediato intervento diplomatico “per salvare la tregua”.

Afghanistan
In Afghanistan, fonti locali riferiscono di un raid aereo in un villaggio nel sud del Paese durante una festa di matrimonio. Un testimone ha dichiarato di aver visto i cadaveri di 36 persone. Il villaggio è quello di Rosi Khan, in una zona agricola a nord di Kandahar. Secondo le fonti, si tratta di una risposta americana ad un recente attacco dei talebani contro i soldati della coalizione avvenuto nel distretto. I militari statunitensi sostengono di non avere informazioni sul raid.

Messico
Nove persone, tra cui il ministro dell’Interno, Mourino, sono morte in Messico in seguito ad un incidente aereo. Il piccolo aereo sul quale il ministro viaggiava si è schiantato nel centro di Città del Messico. Le cause dello schianto sono al momento sconosciute. Tra le vittime c’è anche il consigliere del governo nella lotta contro la droga, Vasconcelos.

Somalia
Rapite sei persone in Somalia. Quattro sono operatori umanitari dell’organizzazione “Action contre la Faim”: si tratta di due francesi, un belga e bulgaro. Gli altri rapiti sono i due piloti keniani che li accompagnavano. Il sequestro è avvenuto a 350 chilometri a nord di Mogadiscio. Secondo fonti locali, le autorità avrebbero già organizzato dei blocchi stradali in tutta la zona. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco e Federica Andolfi)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 310

 
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