2008-11-04 14:27:26

"Amore di Dio, amore del prossimo" tema del Seminario organizzato dal Forum cattolico-musulmano a Roma con esperti delle due religioni


“Amore di Dio, amore del prossimo”: è il titolo e lo spunto di riflessione del primo Seminario che da oggi mette a confronto 29 esponenti cattolici e 29 musulmani, nell’incontro a Roma organizzato dal Forum cattolico-musulmano, istituito dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e da esponenti musulmani. L'iniziativa nasce a seguito della Lettera aperta indirizzata il 13 ottobre 2007 a Papa Benedetto XVI e ad altri Capi di Chiese e Comunità ecclesiali da 138 personalità musulmane e della risposta data il 19 novembre 2007, a nome del Santo Padre, dal Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Nel contesto indicato dalla tematica centrale, verranno approfonditi due sottotemi: oggi, quello riguardante “I fondamenti teologici e spirituali”, mentre domani si tratterà di “Dignità umana e rispetto reciproco”.
La giornata conclusiva di giovedì 6 novembre vedrà al mattino l’udienza di Benedetto XVI ai partecipanti al Seminario, e al pomeriggio una sessione pubblica, ospitata dall'Università Gregoriana, durante la quale sarà presentata la “Dichiarazione finale” da un partecipante cattolico e da un esponente musulmano del Forum. Romilda Ferrauto, responsabile della redazione francese della nostra emittente, ne ha parlato con uno dei protagonisti di questo incontro, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso:RealAudioMP3

R. - C’est la conséquence de la lettre des 138 personalités musulmanes…
Questo incontro è la conseguenza della Lettera delle 138 personalità musulmane che l’anno scorso era stata indirizzata ai capi religiosi cristiani e in particolare al Papa. Dunque, questo incontro era previsto. Ma ciò che è importante è che esso permette nanzitutto di rileggere un po’ l’islam attraverso due comandamenti: l’amore di Dio e l’amore per il prossimo. E questa è una cosa piuttosto inedita. Tuttavia, non bisogna fare di questa Lettera e di questo Forum cattolico-musulmano una cosa straordinaria, come se si iniziasse a dialogare soltanto a partire da questa lettera dei 138: noi siamo in dialogo con l’Islam da più di 1400 anni. Dal Concilio, poi, abbiamo ricevuto il documento Nostra aetate, che ha tracciato una strada ancor più precisa per questo dialogo. Direi quindi che quello attuale è un nuovo capitolo di una lunga storia.

 
D. - Quali sono le peculiarità e come si svolgerà il Seminario?

 
R. - Les thèmes ont été choisis lors d’une rencontre que nous avons eu…
I temi sono stati scelti in occasione di un incontro che abbiamo avuto nello scorso mese di marzo con una delegazione dei 138 presso il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. I temi sono stati scelti insieme dalle due delegazioni. La procedura che useremo per affrontarli segue invece un iter normale: i cattolici esporranno il loro punto di vista e i musulmani il loro, e in seguito ci sarà un dialogo. Abbiamo riservato molto tempo al dialogo, in maniera che ci si possa conoscere e spiegare bene. Credo che in queste due giornate ci sarà tutto il tempo necessario per approfondire gli argomenti sottoposti alla nostra riflessione. E come forma conclusiva, è previsto un comunicato finale congiunto.

 
D. - Quali tematiche affrontate durante incontri come quello che inizia oggi?

 
R. - On parle un peu de tout. Mais, à proprement parler, on ne peut pas dire…
Si parla un po’ di tutto. Ma, a dire il vero, non possiamo dire - per esempio - di avere un dialogo teologico. Il dialogo teologico è sotteso, ma non tecnicamente definito né realizzato. Per contro, a livello delle questioni etiche, a livello spirituale, nel momento in cui ci sono azioni congiunte, ad esempio in occasione delle grandi catastrofi umanitarie, c’è collaborazione. Per essere realista, direi che quello che veramente conta è che malgrado tutte le difficoltà, malgrado le crisi che a volte ci sono, noi ci parliamo. I ponti non sono stati interrotti e credo che ciò sia importante.

 
D. - Qual è secondo lei, eminenza, lo stato dei fatti nei rapporti tra cattolici e musulmani?

 
R. - Les rapports entre catholiques et musulmans dépendent beaucoup…
I rapporti tra cattolici e musulmani dipendono molto dalle circostanze politiche dei Paesi in cui l’islam è religione maggioritaria. Io credo che ciò che porta tensione ai rapporti è che nel mondo musulmano si associa il cristianesimo all’Occidente. Questa amalgama è molto pericolosa, perché quando i responsabili delle società occidentali prendono decisioni politiche che i musulmani ritengono contrarie ai loro interessi, essi dicono: “Sono i cristiani che ci attaccano, sono i cristiani che ci provocano”. Ecco che cosa porta tensione nei rapporti.

 
D. - Come si muove la Santa Sede per tutelare le minoranze cristiane nei Paesi islamici?

 
R. - C’est le devoir du Saint Siège…
E’ dovere della Santa Sede difendere i diritti fondamentali quando essi siano minacciati o negati. Come interviene la Santa Sede? Intanto, ricordando ai nostri interlocutori i diritti fondamentali della persona umana: il diritto alla vita, il diritto alla libertà di coscienza e di religione e tutti gli altri diritti ad essi collegati. Poi, ovviamente, c’è il canale diplomatico. La Santa Sede ha relazioni diplomatiche con molti Paesi arabi. E’ comunque un canale privilegiato. Poi, ancora, c’è il nostro dialogo interreligioso che ci permette di far valere i diritti e le aspirazioni legittime dei nostri fratelli nella fede quando essi diventano oggetto di persecuzione o di violenza. In ogni caso, credo che non abbiamo altra scelta se non camminare insieme sotto lo sguardo di Dio. Tutti siamo in cammino verso la Verità. Quando ci troviamo in situazioni difficili, non dobbiamo avere paura di dire quello che crediamo, Colui in cui crediamo. Non bisogna avere paura di denunciare le violazioni dei diritti dell’uomo, qualsiasi esse siano e comunque, in modo che possa essere la verità a prevalere e non la forza. In maniera che la forza del diritto prevalga sul diritto della forza.

 
Al Seminario, prende parte anche Yahya Pallavicini, vicepresidente della COREIS, la Comunità religiosa islamica italiana. Al microfono di Tracey McLure, della nostra redazione inglese, l'esponente musulmano spiega con quali obiettivi si appresta a vivere questo appuntamento:RealAudioMP3

R. - Trovare una maggiore ispirazione per soluzioni concrete che possano salvaguardare la dignità di questa fede, la dignità dei credenti cristiani e musulmani, anche in tutti gli ambiti della vita e della società contemporanea: siano essi l’attività pubblica, la scuola, l’educazione, la famiglia e la vita privata, il lavoro e lo sviluppo della persona umana e della realizzazione di tutte le sue qualità e facoltà intellettuali e personali. E trovare una fratellanza ancora più consapevole e ancora più efficace, che sappia rispondere alle sfide del mondo contemporaneo e ai rischi che il post-modernismo o la secolarizzazione cercano di provocare, per impedire alla dimensione spirituale di riuscire ancora ad illuminare le persone di buona volontà.







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