I Cattolici per una Civiltà dell'Amore lanciano la campagna "Adotta un papà nel sud
del mondo"
E' partita il primo novembre la 22.ma Campagna di microprogetti promossa dal Comitato
di collegamento di cattolici per una civiltà dell’amore, presentata nei giorni scorsi
a Roma. “Adotta un papà nel sud del mondo” è lo slogan che accompagna l’iniziativa
che quest’anno si rivolge in particolare alle popolazioni dell’Africa sub-sahariana.
Il Comitato, una ONLUS che conta oltre 20 anni di attività, opera in stretta collaborazione
con i missionari e grazie al contributo dei singoli cittadini ha già realizzato circa
30 mila microprogetti in tutto il sud del mondo, sostenendo migliaia di famiglie in
difficoltà. Chi vuol partecipare alla Campagna può chiamare il numero telefonico 0679350412
o visitare il sito: www.civiltadellamore.org. Adriana Masotti ha chiesto
a Giuseppe Rotunno del Comitato di collegamento il motivo della scelta di puntare
questa volta all’Africa.
R. – E' stata
scelta l’Africa perché è il Continente più ricco di risorse naturali ma il più povero
per la gente; e un secondo motivo è quello della presenza di tante missioni che hanno
condotto in tutti questi anni micro-progetti che hanno effettivamente dato risultati
notevoli sul posto. Progetti che quindi fanno ben sperare per i cittadini che anche
quest’anno aderiranno alla campagna.
D. – Cosa prevedono
i micro-progetti che il comitato propone?
R. – “Adotta
un papà nel Sud del mondo”: con questa formula, lanciata anche dal Santo Padre Giovanni
Paolo II nel 2001, poi da Benedetto XVI ancora l’anno scorso, alla festa del papà,
noi ci prefiggiamo di poter effettivamente arrivare alle radici di un fenomeno sempre
crescente. Un fenomeno che è quello della partenza di tante carovane di emigranti
da queste aree, alla ricerca di un lavoro in Europa o in altri Paesi ricchi del mondo.
Aiutarli sul posto diventa il modo migliore di investire sulla loro dignità, sulla
loro capacità, anche, di autodeterminazione dal punto di vista non solamente economico,
ma anche professionale: aiutiamo gli insegnanti del villaggio, gli infermieri, anche
i medici, i falegnami a fare il loro lavoro sul posto, dalla loro gente.
D.
– Quindi non si tratta di progetti di irrigazione, scavo di pozzi e via dicendo, ma
di creare opportunità di lavoro?
R. – La formula
“adotta un papà” è quella che permette di ridare uno stipendio a queste figure che
già lavorano sul posto tramite i missionari con una prospettiva di futuro più seria
per quei villaggi, per quelle realtà.
D. – Come si
può contribuire? Quanto costa adottare un papà nel sud del mondo?
R.
– Con il dramma dell’immigrazione che noi stiamo vivendo, abbiamo visto che per aiutare
un papà a lavorare sul posto sono necessari 25 euro per una settimana del suo lavoro.
E' invece di 100 euro al giorno il costo che noi affrontiamo per andare incontro alle
necessità di un immigrato che viene in Italia. Il progetto si avvale dell’aiuto capillare
dei missionari perché questi 25 euro vengono inviati direttamente al conto corrente
postale dei missionari responsabili. L'obiettivo è di favorire proprio questo contatto
diretto tra le nostre famiglie e le famiglie di quel villaggio, e far crescere insieme
le nostre e le loro.
D. – Questa è la 22.ma campagna
di microprogetti: quali sono i risultati?
R. – Ci
sono stati circa 30 mila microprogetti realizzati in tutto il sud del mondo, quindi
non solamente Africa ma anche Asia, America Latina, Oceania. Per poter aderire basta
chiamare il numero di telefono 06 79 35 0 412, e si riceveranno indicazioni; si potrà
scegliere la missione-papà da aiutare e conoscere una nuova realtà di famiglia e di
lavoro.