2008-11-03 15:18:05

I Cattolici per una Civiltà dell'Amore lanciano la campagna "Adotta un papà nel sud del mondo"


E' partita il primo novembre la 22.ma Campagna di microprogetti promossa dal Comitato di collegamento di cattolici per una civiltà dell’amore, presentata nei giorni scorsi a Roma. “Adotta un papà nel sud del mondo” è lo slogan che accompagna l’iniziativa che quest’anno si rivolge in particolare alle popolazioni dell’Africa sub-sahariana. Il Comitato, una ONLUS che conta oltre 20 anni di attività, opera in stretta collaborazione con i missionari e grazie al contributo dei singoli cittadini ha già realizzato circa 30 mila microprogetti in tutto il sud del mondo, sostenendo migliaia di famiglie in difficoltà. Chi vuol partecipare alla Campagna può chiamare il numero telefonico 0679350412 o visitare il sito: www.civiltadellamore.org. Adriana Masotti ha chiesto a Giuseppe Rotunno del Comitato di collegamento il motivo della scelta di puntare questa volta all’Africa.RealAudioMP3

R. – E' stata scelta l’Africa perché è il Continente più ricco di risorse naturali ma il più povero per la gente; e un secondo motivo è quello della presenza di tante missioni che hanno condotto in tutti questi anni micro-progetti che hanno effettivamente dato risultati notevoli sul posto. Progetti che quindi fanno ben sperare per i cittadini che anche quest’anno aderiranno alla campagna.

 
D. – Cosa prevedono i micro-progetti che il comitato propone?

 
R. – “Adotta un papà nel Sud del mondo”: con questa formula, lanciata anche dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel 2001, poi da Benedetto XVI ancora l’anno scorso, alla festa del papà, noi ci prefiggiamo di poter effettivamente arrivare alle radici di un fenomeno sempre crescente. Un fenomeno che è quello della partenza di tante carovane di emigranti da queste aree, alla ricerca di un lavoro in Europa o in altri Paesi ricchi del mondo. Aiutarli sul posto diventa il modo migliore di investire sulla loro dignità, sulla loro capacità, anche, di autodeterminazione dal punto di vista non solamente economico, ma anche professionale: aiutiamo gli insegnanti del villaggio, gli infermieri, anche i medici, i falegnami a fare il loro lavoro sul posto, dalla loro gente.

 
D. – Quindi non si tratta di progetti di irrigazione, scavo di pozzi e via dicendo, ma di creare opportunità di lavoro?

 
R. – La formula “adotta un papà” è quella che permette di ridare uno stipendio a queste figure che già lavorano sul posto tramite i missionari con una prospettiva di futuro più seria per quei villaggi, per quelle realtà.

 
D. – Come si può contribuire? Quanto costa adottare un papà nel sud del mondo?

 
R. – Con il dramma dell’immigrazione che noi stiamo vivendo, abbiamo visto che per aiutare un papà a lavorare sul posto sono necessari 25 euro per una settimana del suo lavoro. E' invece di 100 euro al giorno il costo che noi affrontiamo per andare incontro alle necessità di un immigrato che viene in Italia. Il progetto si avvale dell’aiuto capillare dei missionari perché questi 25 euro vengono inviati direttamente al conto corrente postale dei missionari responsabili. L'obiettivo è di favorire proprio questo contatto diretto tra le nostre famiglie e le famiglie di quel villaggio, e far crescere insieme le nostre e le loro.

 
D. – Questa è la 22.ma campagna di microprogetti: quali sono i risultati?

 
R. – Ci sono stati circa 30 mila microprogetti realizzati in tutto il sud del mondo, quindi non solamente Africa ma anche Asia, America Latina, Oceania. Per poter aderire basta chiamare il numero di telefono 06 79 35 0 412, e si riceveranno indicazioni; si potrà scegliere la missione-papà da aiutare e conoscere una nuova realtà di famiglia e di lavoro.







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