2008-11-03 15:25:26

Domani le presidenziali negli USA: Obama in vantaggio su McCain secondo i sondaggi


Ultime battute della campagna presidenziale americana, dunque, con i due sfidanti impegnati a conquistare i voti degli indecisi in un pugno di Stati considerati determinanti per l'esito del voto di domani. Barack Obama, nei sondaggi, sarebbe saldamente in vantaggio con più di 6 punti percentuali sul rivale John McCain. Intanto, almeno 20 milioni di americani hanno optato per la possibilità del voto anticipato, in particolare in Florida ed Ohio. Stefano Leszczynski.RealAudioMP3
 
A determinare un distacco di oltre 6 punti percentuali nei sondaggi in favore del candidato democratico potrebbe aver avuto un peso significativo il crollo di popolarità della vice di McCain, Sarah Palin; ma anche la convinzione che con Obama alla Casa Bianca il conflitto in Iraq potrebbe terminare in minor tempo. Non sembrano invece influenzare le scelte degli statunitensi le promesse in materia fiscale in quanto il 62% degli elettori non ritiene in nessun caso probabile un abbassamento delle tasse. In ben 30 Stati intanto è stata offerta la possibilità di votare prima del 4 novembre e circa 20 milioni di elettori hanno scelto di recarsi alle urne o di inviare per posta la scheda, soprattutto in Stati decisivi come la Florida e l’Ohio, dove le file ai seggi sono già risultate notevoli. Secondo gli analisti l’affluenza finale alle urne per queste presidenziali potrebbe segnare addirittura un record storico. Il timore della vigilia di voto, tuttavia, comincia ad essere quello che la grande affluenza possa dar vita a situazioni di caos. Com’è già accaduto in passato, anche l’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha inviato negli Stati Uniti una missione di un centinaio di “osservatori” internazionali per vigilare sulla correttezza delle operazioni di voto. Sulla fondatezza di questi timori abbiamo sentito Moreno Marinozzi, giornalista esperto di politica statunitense ed autore del libro: “John McCain. Turre le guerre di Maverick”:

R. – E’ vero che dopo l’episodio della Florida del 2000 ci si va davvero con i piedi di piombo a tutti i livelli, dal conteggio delle schede ai sistemi di votazione. Ma non credo che questa elezione verrà caratterizzata da chissà quali grandi sconvolgimenti o problemi tecnici.

 
D. – Sembrava che queste elezioni presidenziali si dovessero risolvere sul confronto tra i vice; questa strategia sembra essersi rivelata un po’ un grande flop, dei vice non si sente più parlare, o addirittura sono dannosi…

 
R. – Assolutamente vero: i vice portano soltanto delle gaffes, di voti ne portano davvero pochi. Biden semmai poteva portare delle garanzie a livello di establishment, cioè di conoscenza dei gangli del potere di Washington; la Palin, nell’immediato - cioè appena scelta da John McCain come candidata alla vicepresidenza – ha avuto l’effetto di portare a McCain tutti quei voti della base della destra repubblicana, però, sul lungo periodo ha portato soltanto gaffes e problemi per tutto lo staff di McCain.

 
D. – Ultimo giorno di campagna elettorale. Tutti e due i candidati compiranno un rally spaventoso, attraverso diversi Stati, cercando di convincere gli indecisi. C’è veramente qualcuno che deciderà all’ultimo minuto e che potrebbe essere determinante per questa campagna?

 
R. – Sicuramente è tutto in gioco e soprattutto negli Stati più rurali la formazione del voto avviene negli ultimi giorni.







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