Honduras: indigeni uccisi e perseguitati per la terra
Sessanta persone assassinate, tanti altri incarcerati o vittime di minacce e persecuzioni,
mentre continuano a opporre una resistenza pacifica e non violenta. Non accenna a
diminuire, in Honduras, la violenza contro gli indigeni Tolupan, una delle 9 etnie
del Paese, poche centinaia di persone che vivono nel dipartimento di Yoro, una zona
ricchissima di terra, risorse minerarie, legname ed acqua, oggetto di interesse e
sfruttamento da parte di latifondisti, imprenditori turistici e multinazionali. Da
anni continuano ad essere uccisi da sicari professionisti nell’impunità e il disinteresse
generale, soprattutto a livello governativo. Se ne è parlato ieri sera a Roma nell’incontro
pubblico “Comunità internazionale e diritti umani violati. Il caso degli indigeni
Tolupan dell’Honduras”, promosso dalla Fondazione Lelio Basso insieme al Centro studi
emigrazione di Roma degli scalabriniani. A portare questa drammatica testimonianza
sono stati gli stessi protagonisti: Madgalena Perez Vieda, 41 anni, già dirigente
di diverse organizzazioni indigene, è rifugiata politica in Italia da due anni. È
dovuta fuggire, lasciando quattro figli a casa, perché minacciata di morte in seguito
al rifiuto di firmare la cessione di una terra il cui titolo di proprietà risale al
1864. Santiago Martinez, leader della Federazione di popoli indigeni del dipartimento
Yoro (Fetrixy) (che rappresenta 47.000 persone di 31 tribù), ha spiegato al Sir che
la loro azione consiste principalmente nel “mantenere l’unità tra i popoli indigeni,
nonostante continuino ad uccidere i leader delle organizzazioni e molti si tirino
indietro per paura e perché non si sentono protetti”. In questa situazione è anche
difficile mantenere le proprie tradizioni culturali, le medicine tradizionali, la
lingua, visto che i bambini sono obbligati ad andare nelle scuole pubbliche e ad imparare
solamente lo spagnolo. (V.V.)