Domani a Roma la Corsa dei Santi, stracittadina promossa dalla Fondazione Don Bosco
Non solo una manifestazione sportiva, ma una grande kermesse in onore della innumerevole
folla di Santi che popolano il martirologio cristiano. E’ la ‘Corsa dei Santi’, iniziativa
promossa dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo, che si terrà domani in occasione della
Festa di tutti i Santi. La manifestazione si articolerà su due percorsi, entrambi
con partenza e arrivo di fronte a Piazza San Pietro: uno agonistico, di circa 10 chilometri,
che si snoderà all’interno della città toccando i monumenti più celebri della cristianità,
e uno stracittadino, di 4 chilometri, attorno al Vaticano e aperto a tutti. Sulle
finalità di questa iniziativa, si sofferma al microfono di Luca Collodi,
don Donato Lacedonio, responsabile dell’Agenzia informazione salesiana:
R. – Le finalità
sono due essenzialmente. La prima è quella di tipo culturale e si tratta di riportare
in auge una celebrazione cristiana che è quella dei Santi, con un’iniziativa sportiva,
di famiglia, caratterizzata dalla gioia. La prospettiva salesiana della santità è
appunto questa della gioia. Don Bosco indicava questo ai suoi ragazzi. La seconda
finalità è legata all’impegno di solidarietà che segue la corsa: la promozione dei
progetti che i salesiani hanno nella Repubblica Democratica del Congo e in modo particolare
nelle opere ‘Mamma Margherita’ per ragazzi di strada.
D.
– Oggi i Santi che rapporto avrebbero con lo sport?
R.
– Penso che sarebbero anche loro sportivi, perché lo sport, la promozione dell’ambito
umano, non sono alieni alla cultura cristiana. Il modello di Santo è la realizzazione
della perfezione dell’essere umano, quindi anche l’aspetto della cura del corpo e
di un sano equilibrio.
Il correre racchiude molteplici significati, tra
cui il rincorrere un obiettivo per conquistare una meta. In questa tensione e ricerca
si può cogliere anche il “senso della vita cristiana”: “Non sapete – scriveva San
Paolo nella prima lettera ai Corinzi - che nelle corse allo stadio tutti corrono ma
uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!” Lo sport,
in particolare, deve essere interpretato soprattutto nella sua dimensione educativa.
E’ quanto sottolinea Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni
Paolo II per lo sport, intervistato da Luca Collodi:
R. - Quello
strumento capace di aggregare, di accogliere, di orientare, di allenare i ragazzi
a dare un senso alla vita. Cosa sono i Santi oggi anche per lo sport? Spesso Giovanni
Paolo II ha mutuato dai valori sportivi un valore essenziale che è stato eliminato
dal vocabolario educativo di oggi: quello del sacrificio, quello dell’allenamento.
I Santi sono quelli che attraverso questo allenamento continuo davvero hanno messo
in gioco tutto loro stessi ed hanno ottenuto il premio finale. E’ un po’, come diceva
San Paolo e come diceva Giovanni Paolo II: lo sport deve tornare non solo ad allenare
il corpo ma lo sport deve poter aiutare a rispondere a quelle domande nascoste che
i giovani hanno per dare un senso ed un significato alla vita.