2008-10-31 19:10:37

Congo: massacri a Goma assediata dai ribelli


Peggiora sempre più la situazione nella Repubblica Democratica del Congo. Goma, capoluogo della regione del nord kivu, al confine con il Rwanda è circondata dai ribelli, mentre continua la fuga di civili militari. La condanna verso i guerriglieri è unanime, nel pomeriggio anche quella dell’Unione Africana. Intanto ferve l’attività internazionale per porre fine alle violenze e scongiurare una crisi umanitaria. In studio Alessandro Guarasci RealAudioMP3
 Sulla situazione a Goma Giancarlo La Vella ha intervistato Andrea Pontiroli di Medici Senza Frontiere, presente con la Caritas nella città assediata:RealAudioMP3

R. – La situazione è precipitata negli ultimi giorni, ma ci tengo a sottolineare che sono diversi mesi che in tutto il nord Kivu la guerra è scoppiata raggiungendo livelli di violenza mai vista negli ultimi anni. In questo momento, continuiamo a lavorare in tutte le zone colpite dal conflitto e siamo anche presenti a Goma. Una cosa estremamente preoccupante, dopo la giornata di ieri, è che ci sono stati 31 casi di colera confermati, appena fuori Goma, il che è una prova dell’ardua situazione, perché ovviamente il colera scoppia in casi di sovraffollamento. E in una situazione come questa, di grande vulnerabilità per la popolazione civile, questo può avere delle conseguenze molto serie. Ci sono bambini gravemente malnutriti, specie nelle zone più remote, dove le persone si nascondono per settimane, se non mesi, nelle foreste, quando i loro villaggi vengono attaccati. Quindi, vediamo grandissimi livelli di violenza, sia diretta che indiretta, nei confronti della popolazione civile.
 
D. – Ogni crisi umanitaria coinvolge i Paesi limitrofi. A parte le frizioni tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo c’è il rischio che il conflitto in nord Kivu infiammi tutta la regione dei Grandi Laghi?
 
R. – E’ un rischio purtroppo che, se guardiamo alla storia, è successo altre volte. Ovviamente sta alla comunità internazionale cercare di risolvere il conflitto da un punto di vista politico. Noi come organizzazione umanitaria ci limitiamo ad un ruolo di soccorso immediato, nel corso dell’emergenza, e di denuncia della situazione umanitaria. Ovviamente credo che sia un ulteriore motivo perché ci sia una mobilitazione per soccorrere la popolazione civile.
 
D. – Le parti in conflitto favoriscono l’intervento umanitario o no?
 R. – Noi abbiamo continuato e continuiamo in questo preciso momento a lavorare in tutte le zone colpite dal conflitto, sia sotto il controllo dell’esercito regolare, sia sotto il controllo degli uomini di Nkunda o di altri movimenti armati. Ovviamente non è facile, bisogna sempre spiegare a tutte le parti in conflitto che siamo un’organizzazione indipendente, neutrale e che l’unica cosa che facciamo è soccorrere la popolazione civile e non portare aiuti a una parte o all’altra. Ci stiamo riuscendo, però, e ci siamo riusciti finora.







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