2008-10-30 15:22:11

Mons. Migliore all'ONU: libertà religiosa violata nel mondo


“Il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione continua a subire gravi violazioni nel mondo”: è quanto ha denunciato ieri a New York l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, arcivescovo Celestino Migliore, intervenendo alla 63.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il servizio di Sergio Centofanti.
 
Mons. Migliore ha ricordato che “membri di tutte le religioni vengono perseguitati in molte parti del globo”. Anche “i recenti attacchi armati, con omicidi e distruzione di strutture religiose, sociali e umanitarie, contro i cristiani in India, in Iraq e in altre regioni del mondo sono una fonte di grave preoccupazione” e “indicano le drammatiche conseguenze” della violazione della libertà religiosa. Ha quindi richiamato l'attenzione “sulla necessità di un impegno tempestivo e concertato a livello legislativo, esecutivo e giudiziario per garantire che il diritto fondamentale alla libertà religiosa sia difeso e promosso in ogni Paese”.
 
“Questa epoca di globalizzazione – ha detto - è caratterizzata da una mobilità umana e da scambi culturali senza precedenti con la conseguente esposizione a diversità di pensiero, di espressione e di credo religioso. Rispettare e promuovere il diritto alla libertà religiosa significa tenere a mente che tale libertà appartiene alle persone e alle comunità religiose e non può essere costretto, limitato o calpestato”. Inoltre – ha precisato – “gli individui devono essere in grado non solo di praticare la loro fede, ma anche di cambiarla o di conservarla senza paura di coercizione, violenza o intimidazione”. “Si tratta di un principio inequivocabile che i governi e la società civile, con le comunità religiose in testa, devono sostenere”: un principio che “deve informare i sistemi educativi di scuole pubbliche e private, organizzazioni sociali e comunità religiose”.
 
Mons. Migliore ha poi denunciato la “strategia volta a distruggere non solo luoghi di culto, ma anche le strutture educative, umanitarie e sociali gestite dalle diverse confessioni religiose” e talora “questi atti criminali” sono giustificati dalla volontà di contrastare il proselitismo. In realtà queste azioni criminose – ha spiegato - derivano da ideologie fondamentaliste che sono ostili “a qualsiasi altra forza sociale che opera a sostegno dei poveri, promuovendo e difendendo la loro dignità e libertà”. Il presule ha espresso la necessità che gli Stati tutelino istituzioni e simboli religiosi “al fine di garantire che la sensibilità dei fedeli non sia offesa”. Tuttavia – ha aggiunto – il concetto di diffamazione delle religioni può essere preso a pretesto a livello locale “per il sostegno di leggi che penalizzano le minoranze religiose”. Il rappresentante vaticano ha infine ribadito con forza che oggi più che mai occorre promuovere la libertà religiosa “se vogliamo garantire la coesistenza pacifica e la cooperazione” in questo mondo globalizzato.







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