L'evoluzionismo al centro della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze.
Intervista con il prof. Cabibbo
Il tema degli ultimi apporti della ricerca scientifica sull’origine e l’evoluzione
dell’universo, della materia e della vita, è uno degli ambiti sui quali è chiamata
a riflettere, in Vaticano, a partire da domani fino al 3 novembre, la sessione plenaria
della Pontificia Accademia delle Scienze. Numerosi i relatori chiamati a intervenire
come il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, che esporrà il pensiero
di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI sull’evoluzione mentre una lettura biblica del fenomeno
sarà al centro dell’intervento del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito
di Milano. Ma quali sono gli obiettivi di questa plenaria? Benedetta Capelli
lo ha chiesto al prof. Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia Accademia
delle Scienze e docente di Fisica delle particelle all’Università La Sapienza di Roma:
R. – Gli
obiettivi sono essenzialmente di fare il punto su questo tema che è centrale nella
scienza, sia dal punto di vista fisico-cosmologico sia dal punto di vista biologico. D.
– E allora, quali sono gli ultimi apporti della ricerca scientifica sulle origini
e l’evoluzione dell’universo, della materia e della vita? R.
– Dunque, nel caso della cosmologia e della storia dell’universo, abbiamo innanzitutto
delle scoperte recenti osservative, di come l’universo è e funziona oggi; scoperte
che ci hanno portato una grossa sorpresa e cioè che l’universo attuale non è solamente
in espansione, come già si sapeva da parecchio tempo, ma addirittura in espansione
accelerata e questo apre tutta una nuova serie di problemi anche relativi alla fisica
delle particelle, ad esempio. Poi, ci sono sviluppi di natura teorica che riguardano
la natura del Big Bang e in particolare esistono proposte molto interessanti e, devo
dire, anche difficilmente verificabili per le quali il fenomeno potrebbe non essere
un evento unico. In realtà, il nostro universo potrebbe essere una parte molto piccola
dell’intera realtà fisica, potrebbero esistere altri universi nati da altri Big Bang
con caratteristiche fisiche differenti … D. – Ma è proprio in
questo senso che si parla di “multi-universo”? R. – E’ uno dei
due sensi in cui si parla di “multi-universo”: questo è dal punto di vista cosmologico.
Poi c’è un secondo senso in cui si parla di “multi-universo” ed è dal punto di vista
della meccanica quantistica: prevede l’esistenza di molti universi. E’ senz’altro
possibile … D. – Benedetto XVI ha detto che è assurdo contrapporre
evoluzionismo e creazionismo … R. – Sicuramente Benedetto XVI
si riferisce al creazionismo nel senso in cui lo comprendiamo noi cattolici, cioè
l’idea che il mondo è creato da Dio, in parole molto semplici. Questo, naturalmente,
non è un fatto scientificamente accertabile. La teoria dell’evoluzione, che è parte
della conoscenza scientifica, e la Creazione divina, che è parte della fede, si muovono
su piani diversi. Tanto per dirne una, la scienza non è mai completa quindi anche
se attualmente abbiamo raggiunto un notevole livello di certezza sulla realtà dell’evoluzione
biologica sicuramente ci saranno ulteriori passi avanti in futuro che chiariranno
meglio le idee. D. – Il Papa recentemente ha ribadito l’importanza
della ricerca scientifica, un discorso anche deformato da alcuni mass media che hanno
creato degli equivoci tra gli stessi scienziati … R. – Non posso
non essere d’accordo con il fatto che la ricerca scientifica è importante ed è importante
che la Chiesa dia un suo apporto alla ricerca scientifica perché in qualche modo il
futuro dell’umanità dipende dalla ricerca scientifica, cioè dalla possibilità – ad
esempio – di controllare gli eventi connessi ai cambiamenti climatici, tanto per dirne
una. D. – Benedetto XVI, nel decimo anniversario dell’Enciclica
“Fides et Ratio”, diceva: “La fede non teme il progresso della scienza e gli sviluppi
a cui conducono le sue conquiste, quando queste sono finalizzate all’uomo e al suo
benessere”. Ritiene lei che nel mondo scientifico questa considerazione sia condivisa? R.
– Penso che lo sia molto largamente e non solo tra gli scienziati cattolici: l’Accademia
raccoglie scienziati anche non cattolici che, da quello che possiamo vedere, condividono
pienamente il punto di vista della centralità del futuro dell’uomo, del futuro dell’umanità
come argomento di fondo della ricerca.