2008-10-30 15:57:43

La Fondazione Wallenberg chiede che Giovanni XXIII sia dichiarato "Giusto fra le Nazioni"


Il creatore della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, Baruj Tenembaum - prestigioso rappresentante ebraico e pioniere a livello mondiale del dialogo interreligioso negli anni Sessanta - ha rivolto un appello affinché Giovanni XXIII sia dichiarato “Giusto fra le Nazioni”. Questo titolo è conferito dallo Yad Vashem, il Memoriale dell'Olocausto in Israele, a quanti salvarono gli ebrei durante l'Olocausto. La dichiarazione di Tenembaum, inviata all'agenzia Zenit, arriva in occasione del 50° anniversario dell'elezione del cardinale Angelo Giuseppe Roncalli a Sommo Pontefice. Dopo un simposio scientifico organizzato nel giugno 2003 dall'Università di Bologna e dalla Fondazione Giovanni XXIII per il 40° anniversario della morte di Angelo Roncalli, su istanza della Fondazione Wallenberg, le Poste argentine emisero un francobollo dedicato alla sua memoria. Qualche anno prima, nel settembre del 2000, in una cerimonia presso la Missione dell'Osservatore Permanente del Vaticano presso le Nazioni Unite e in presenza dell'allora Segretario di Stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano, la Fondazione Wallenberg dichiarò aperta la campagna internazionale per il riconoscimento dell'azione umanitaria svolta da Angelo Roncalli. Monsignor Roncalli, prima di essere Papa, “intercesse presso il re Boris di Bulgaria a favore degli ebrei bulgari, e presso il governo turco a favore dei rifugiati ebrei che erano fuggiti in Turchia”, ha ricordato Tenembaum. “Ha anche fatto tutto il possibile per evitare la deportazione degli ebrei greci. Quando fu Delegato Apostolico del Vaticano a Istanbul nel 1944, inoltre, “organizzò una rete per salvare gli ebrei e altri perseguitati dal nazismo”. “Grazie alle sue azioni, migliaia di condannati a morte riuscirono a salvare la propria vita" - ha sottolineato Tenembaum. “Con il pontificato di Giovanni XXIII è stata inaugurata una nuova era nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e l'ebraismo – ha constatato il fondatore –. Si è trattato di un'epoca caratterizzata dalla comprensione e dall'intesa dopo secoli di denigrazione, pregiudizi e persecuzione religiosa”. “Le porte del dialogo interreligioso hanno cominciato ad aprirsi allora e sono rimaste aperte durante il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, che si rivolgeva agli ebrei come ai 'fratelli maggiori', ha visitato i campi di concentramento nazisti in segno di contrizione e solidarietà con le vittime ebraiche e si è recato in pellegrinaggio in Terra Santa”. (R.P.)







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