2008-10-30 15:57:09

Il segretario generale della Conferenza episcopale indiana auspica “una vita normale per i cristiani in Orissa”


“Non cercano privilegi, ma solo pari opportunità e diritti costituzionalmente garantiti a tutti i cittadini indiani. I cristiani in Orissa non meditano vendetta ma desiderano solo tornare a una vita normale, in armonia e in pace con tutti”. È quanto ha affermato in un colloquio con l'agenzia Fides mons. Stanislaus Fernandes, segretario generale della Conferenza episcopale indiana. “Negli appelli del Santo Padre – ha detto mons. Fernandes - abbiamo avvertito la sua sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e per tutti i popoli che soffrono”. Ma oggi la Chiesa indiana vive un momento di lutto, silenzio e preghiera per padre Bernard Digal, dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneshwar, in Orissa, violentemente percosso e ferito il 25 agosto dai radicali indù, morto martedì scorso in seguito alle lesioni riportate. “Il Pontefice ha espresso la sua preoccupazione per le tragedie che si stanno consumando in paesi come Iraq e India - ha continuato -, e speriamo che il suo appello di pace venga ascoltato da tutti gli uomini di buona volontà”. Prima di tutto l’urgenza, per il segretario della Conferenza episcopale indiana, è quella di far tornare i profughi dell’Orissa, scacciati dai loro villaggi, alla loro vita, alle loro case e proprietà, in condizioni di sicurezza, in armonia con i loro vicini. “Un giusto e adeguato risarcimento per le distruzioni sarebbe solo l’inizio di questo processo – ha aggiunto mons. Fernandes - in quanto la perdita di pace, la paura, i traumi psicologici, la disperazione, sono difficili da misurare. La Chiesa chiede solo che per i cristiani e per le altre minoranze religiose in India siano rispettati i diritti garantiti dalla Costituzione, applicandoli in spirito e verità, con giustizia. Le ingiuste discriminazioni che i cristiani subiscono devono essere rimosse”. “La piccola minoranza cristiana ha sempre dato un contributo per la costruzione del bene comune nazionale, - ha concluso - e continueremo a svolgere il nostro ruolo nel servire la nazione indiana fino all’ultimo respiro, sull’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo". (V.V.)







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