2008-10-30 16:01:38

Concluso a Roma il Convegno sull’integrazione ecclesiale degli immigrati in Italia


Integrazione “non è una parola vaga o chimera irraggiungibile”. “È un impegno concreto sul quale misurarci tutti i giorni, che fa appello alle nostre comuni responsabilità, ma con prospettive esaltanti”. Lo ha detto ieri mons. Piergiorgio Saviola, direttore generale della Fondazione Migrantes, concludendo i lavori a Roma del convegno nazionale sul tema “L’integrazione ecclesiale degli immigrati in Italia” che si era aperto lunedì pomeriggio con un saluto del card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti. Mons. Saviola ha richiamato alcuni punti “salienti” del discorso sull’integrazione, sottolineando che essa è “un cammino progressivo, non forzato; può essere sollecitato e favorito ma non imposto”. “Per questo – ha detto il rappresentante della Migrantes - deve procedere in forma spontanea e libera, i suoi valori vanno assimilati, interiorizzati fino a diventare una specifica sensibilità e mentalità, un particolare stile di vita e di azione pastorale”. Integrazione, ha spiegato mons. Saviola, rireso dal Sir, “sta ugualmente lontana da assimilazione-assorbimento e da segregazione-emarginazione”. Integrazione “non è propriamente sinonimo di comunione; la comunione è qualcosa di più, deve essere vera e piena per noi e i nostri fedeli fin dal primo giorno della nostra esperienza migratoria; ma questa comunione deve esprimersi anche in forme visibili e l’integrazione è la via visibile, concreta, di sua natura libera e progressiva verso una sempre maggiore comunione”. Di fatto, ha affermato, l’integrazione procederà secondo “il ritmo impresso degli operatori pastorali: spetta a loro una responsabilità e un compito importante e arduo ma anche esaltante a beneficio non solo dei migranti ma di tutta la Chiesa”. (V.V.)







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