“Quello che sta accadendo a Mosul è disumano; spetta alle istituzioni e alla polizia
assicurare i colpevoli alla giustizia”. E’ la denuncia di mons. Shlemon Warduni, vicario
patriarcale di Baghdad, raggiunto telefonicamente dal Sir a Mosul dove si trova per
una visita alle comunità cristiane. “I cristiani in fuga dall’Iraq – ha aggiunto –
hanno il diritto di rientrare nelle loro case, di andare nelle loro università”. Il
procuratore caldeo presso la Santa Sede, mons. Philip Najim intervenendo ieri alla
Lateranense all’incontro “La speranza alla prova”, promosso dall’ufficio ecumenismo
e dialogo del vicariato di Roma, ha inoltre sottolineato che i rapimenti e le morti
di tanti sacerdoti e fedeli, così come la dolorosa pagina scritta con il sangue da
padre Ragheed Ganni e da mons. Raho arcivescovo di Mosul”, sono chiari esempi del
martirio dei cristiani caldei in Iraq. il. “Si sperava – ha detto mons. Najim – in
un futuro migliore ed invece abbiamo una situazione sempre peggiore”. “La forza –
ha concluso – ci viene dal di dentro, dalla fede, dalla fierezza, dal nostro essere
iracheni”. (A.L.)