Iraq: l’ONU lancia un piano di aiuti per i cristiani in fuga dalle violenze
Si aggrava la situazione dei cristiani in Iraq colpiti da continue violenze e costretti
ad emigrare in condizioni di grave emergenza. La situazione è stata presa seriamente
in considerazione dalle Nazioni Unite, che, attraverso l’Alto Commissariato per i
Rifugiati (ACNUR), ha lanciato un piano di aiuti per oltre 2.200 famiglie, in totale
circa 13 mila persone, fuggite dalla zona di Mosul. Sull’entità di questa crisi umanitaria
Giancarlo La Vella ha sentito Laura Boldrini dell’Alto Commissariato
dell’Onu per i Rifugiati:
R. – Essendo
sul territorio, i team dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
hanno potuto rilevare questa fuga che è iniziata ad ottobre, quando le famiglie cristiane
hanno cominciato a partire a seguito di minacce e intimidazioni che avevano ricevuto.
Si tratta di persone molto impaurite, che si sono spostate principalmente all’interno
del Nord dell’Iraq, dove hanno parenti e amici che possono ospitarle. Quindi, è uno
spostamento decisamente vasto: parliamo di circa 13 mila persone, ovvero la metà della
comunità cristiana presente a Mosul, partita verso altri governatorati e, in parte,
anche verso la Siria.
D. – Tra l’altro, spostarsi
non vuol dire raggiungere la piena sicurezza. Si può parlare di qualcosa di molto
simile ad una vera e propria pulizia etnica?
R. –
Quello che sta avvenendo in Iraq, purtroppo, è una situazione di tutti contro tutti.
Io ho viaggiato in Siria: il flusso di persone che entrava era un flusso composto
da sciiti, sunniti, cristiani, persone che comunque erano state vittime dirette o
indirette di violenza. Quindi, è una situazione in cui c’è un caos generalizzato,
in cui non si capisce chi è il nemico. E' una situazione che ha colpito principalmente
i civili; le famiglie sono state separate. Ora, appunto, questa ondata di violenza
si sta abbattendo anche sulla comunità cristiana, che già da prima si era spostata
e aveva ricevuto minacce. Oggi sembra che questa emergenza sia particolarmente feroce
e costringa migliaia di persone a cercare rifugio altrove.
D.
– In che cosa consiste il piano di aiuti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i Rifugiati?
R. – Offrire alloggio a chi non
è ospitato presso le famiglie o presso gli amici; fornire carburante, perché comincia
ad avvicinarsi la stagione rigida e quindi è importante avere combustibile per il
riscaldamento; fornire aiuti non alimentari, come coperte, materassi e anche fornire
assistenza legale, perché poi in questa situazione c’è anche la difficoltà di non
poter avere la proprietà rispettata. Andando via, spesso altri si impossessano dei
beni materiali e anche delle abitazioni. E allora è importante, in questo caso, fornire
assistenza legale.