Dalla crisi del cibo alle turbolenze finanziarie: l’appello di mons. Migliore a un’azione
congiunta della comunità internazionale
Il crescente bisogno di un’azione collettiva della comunità internazionale. Lo ha
messo in luce l’osservatore permanente della Santa Sede presso l'ONU, arcivescovo
Celestino Migliore, che è intervenuto ieri in due momenti della 63.ma sessione dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite a New York. Temi dei due interventi: la protezione del
clima per le future generazioni e il rispetto dei diritti umani. Il servizio di Fausta
Speranza:
Dalla
crisi del cibo alle turbolenze finanziarie. “In un mondo così interconnesso come quello
di oggi siamo testimoni – sottolinea mons. Migliore - della rapida espansione di una
serie di sfide in molte aree della vita umana”. Cresce il bisogno di un’azione congiunta
della comunità internazionale. Gli obiettivi sono molteplici. Mons. Migliore innanzitutto
raccomanda che “nella ricerca di misure per fronteggiare la crisi dell’economia non
si perda di vista quanti vivono con poca speranza di un futuro decente”. Ricorda il
concetto di “bottom billion”, cioè il miliardo di ultimi, di più svantaggiati al mondo
ai quali si voleva dedicare attenzione nel 2008. Ribadendo che l’approccio alla questione
dello sviluppo deve essere incentrato sulla persona umana, mons. Migliore esprime
il bisogno di “formare una società in cui il riconoscimento della dignità umana e
dei diritti umani sia al cuore delle decisioni politiche”. Ricordando il 60.mo anniversario
della Dichiarazione dei Diritti Umani e i passi in avanti che ha permesso, mons. Migliore
denuncia però che ancora oggi in molti vedono non rispettati i propri basilari diritti.
Al centro di tutto, c’è il diritto alla vita dal suo concepimento fino alla morte
naturale. Continua ad essere violato – afferma mons. Migliore – sotto varie forme
in tutti gli angoli del pianeta. Ci sono poi tante questioni tutte legate tra loro,
che ruotano intorno al bene degli esseri umani, di oggi e delle future generazioni,
basti pensare alla connessione tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici. A
questo proposito, mons. Migliore invita a non parlare di difesa dell’ambiente ma di
protezione e di salvaguardia. Difesa potrebbe far pensare ad un conflitto tra natura
e essere umano, mentre è preferibile – spiega mons. Migliore – un lessico che metta
in luce “una positiva visione dell’essere umano” e la “inseparabile alleanza con l’ambiente”.
Tutto ciò necessita anche di ripensamenti sulle relative normative. Infine da ricordare
l’apprezzamento espresso da mons. Migliore per l’entrata in vigore della Convenzione
sui diritti delle persone con disabilità.