A Roma i funerali del noto archeologo francescano padre Michele Piccirillo
Questa mattina a Roma è stato dato l’ultimo commosso saluto a padre Michele Piccirillo,
francescano che ha fatto dell’archeologia uno strumento di annuncio con cui raccontare
in modo vivo la Bibbia: i mosaici da lui riportati alla luce corrispondono a centinaia
di metri quadrati d’opere d’arte di valore inestimabile. I funerali del noto biblista
e archeologo, morto domenica scorsa a Livorno, si sono svolti nella Basilica di Sant’Antonio.
Ha presieduto la cerimonia funebre il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista
Pizzaballa, che ricorda, al microfono di Amedeo Lomonaco, i molteplici
carismi di padre Michele Piccirillo:
R.
– Soprattutto la sua passione per la Terra Santa, per il Medio Oriente, che è stata
la sua prima patria, ed il suo carattere forte che gli ha consentito di far conoscere,
e anche di superare, tutte le barriere e i confini del Medio Oriente. Per noi è una
grandissima perdita e dovremo continuare l’eredità che ci lascia, anche se sarà certamente
più difficile senza il carisma di padre Michele. E’ stato un esemplare francescano
di Terra Santa, un archeologo che ha fatto conoscere con passione la Terra Santa,
il Quinto Vangelo, e un po’ tutto il Medio Oriente. Padre Michele ha fatto vedere
come, attraverso quelle pietre, si possa conoscere anche un intreccio della vita dei
cristiani dai primi secoli fino ad oggi. Ha offerto una conoscenza importantissima
dal punto di vista accademico, culturale ma anche per le nostre pietre vive di oggi,
per conoscere il proprio passato e la propria storia.
D.
– Padre Michele ha dato, in particolare, un contributo alla missione archeologica
per dare vita alle pagine della Sacra Scrittura...
R.
– Sì, spesso abbiamo la tendenza a spiritualizzare molto, a leggere in maniera un
po’ astratta le pagine bibliche. Lui insisteva sempre nel far vedere, collegare quelle
pagine con quella terra e con quelle vestigia, quei resti che parlano di quella storia.
D.
– L’obiettivo è di partire dalle pietre per poi arrivare alle pietre vive della comunità
…
R. – Per lui le pietre vive, le pietre della memoria,
l’archeologia, i mosaici, le tessere dei mosaici erano un tutt’uno. Recentemente,
aveva pubblicato un libro, “Tessere di pace”, in cui mostrava proprio come come oggi
e nel passato, i cristiani abbiano intrecciato relazioni con tutte le fedi, con tutte
le culture del Medio Oriente. Spesso i cristiani sono stati un punto d’incontro, un
crocevia tra le diverse vie di comunicazione del Medio Oriente.
D.
– Padre Piccirillo diceva anche: “La Terra Santa non è solo tra i santuari principali,
ma è un intreccio di vita che forse oggi è andato un po’ perduto” …
R.
– Spesso, quando si viene in Terra Santa, si visitano solo i santuari principali.
Oggi sono quelli forse che restano più visibili a tutti. Ma padre Michele ha sempre
insistito nel far conoscere, anche nell’esplorare le tantissime, piccole realtà cristiane
– piccoli conventi, piccole chiese – che mostrano come i cristiani non fossero stati
presenti solo nei grandi centri, ma un po’ in tutta la vita del Paese: questi luoghi
mostrano intrecci di vita e di comunicazione incredibili, molto intensi. Oggi questo
intreccio è un po’ diminuito anche perché si è ridotto sensibilmente il numero dei
cristiani in Terra Santa.