“Cristiani e indù: insieme per la non-violenza” è il titolo del messaggio inviato
dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso in occasione della festa indù
del “Diwali”
“Cristiani e Indù: insieme per la non-violenza”. Si intitola così il messaggio che
il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ha inviato agli indù, in occasione
dell’odierna festa del "Diwali", la "festa della luce". Il documento porta la firma
del cardinale Jean-Louis Tauran e dell’arcivescovo Pier Luigi Celata, rispettivamente
presidente e segretario del dicastero vaticano. I particolari nel servizio di Isabella
Piro:
Affrontare
il male con le sole armi dell’amore e della verità: è questa la non-violenza, si legge
nel messaggio, ovvero l’atteggiamento di chi, come ha detto il Papa, “è convinto dell’amore
di Dio e della sua potenza”. “L’amore per i propri nemici è la rivoluzione dell’amore
- sottolinea il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso - un amore che
non dipende dalle capacità umane, ma è un dono di Dio”. Il dicastero
vaticano ricorda poi che “mentre le religioni sono spesso accusate di essere responsabili
dei mali della società”, è noto invece che “è piuttosto la strumentalizzazione della
religione che viene utilizzata per compiere tante forme di violenza, contrariamente
alle sue convinzioni fondamentali”. Quindi, citando Benedetto XVI, il messaggio ribadisce
che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, che possono essere superate
solo da un di più di amore e di bontà, un di più che viene da Dio e che equivale alla
sua misericordia. Poi, il ricordo della figura del Mahatma Gandhi, definito “il Padre
della nazione indiana”, “un modello di non-violenza” noto in tutto il mondo per “la
sua totale dedizione al servizio dell’umanità”: colui che “si rese conto che, applicando
il principio ‘occhio per occhio’, tutto il mondo diventa cieco”. L’appello
del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, quindi, è che la non-violenza,
“incoraggiata da tante religioni” sia centrale “come modo per promuovere la verità,
la luce, il rispetto reciproco, la libertà e l’armonia”. “In quanto leaders religiosi
- afferma il messaggio - facciamo tutto il possibile per promuovere la sacralità della
vita umana, il bene dei poveri e dei deboli in mezzo a noi e per collaborare, attraverso
il dialogo, perché sia rispettata la dignità di ogni essere umano senza distinzioni
di razza o casta, credo o classe”. Infine, il documento chiede che “indù e cristiani,
soprattutto nella presente situazione”, “si lascino vincere dall’amore senza riserve,
con la convinzione che la non-violenza è l’unica via per costruire una società globale
più compassionevole, più giusta e più attenta ai bisognosi”.